L’Olimpiade di Tokyo 1964

L’Olimpiade di Tokyo 1964

In questa seconda puntata della nostra rubrica “Aspettando Rio 2016” facciamo un passo indietro all’Olimpiade di Tokyo 1964, la prima Olimpiade in cui il judo entra nel programma olimpico. Si disputa nella sua terra natia, con un Paese intero che aspetta di fare bottino pieno di medaglie d’oro per mostrare al mondo di essere i padroni di questa disciplina. Ma non tutti i copioni si possono scrivere prima di cominciare e questa festa venne rovinata nell’ultimo giorno di gara da un “gigante” olandese, già temuto da qualche anno dagli stessi nipponici.
L’Italia partecipa con 2 atleti: Bruno Carmeni e Nicola Tempesta, due leggende del judo azzurro.

Pubblicato da A. Cau il 16 Mar 2016 in Iglesias

Care amiche e cari amici di Italiajudo, quest’oggi la seconda puntata della nostra rubrica “Aspettando Rio 2016” ci porta all’Olimpiade di Tokyo 1964, Olimpiade che segna l’esordio del Judo (solo per la categoria maschile) nel programma olimpico.

Questo debutto non poteva non avvenire nella sua patria, un omaggio alla disciplina e al suo fondatore il M° Jigoro Kano che tanto si impegnò, in qualità di membro del CIO, affinchè il Judo entrasse nel programma olimpico. Nel 1958, quando il Giapppone ottenne l’organizzazione dei Giochi Olimpici del 1964, le autorità giapponesi inviarono una richiesta formale al CIO per inserire il Judo nel programma olimpico. L’autorizzazione avvenne nel congresso del CIO del 1960 tenutosi a Roma, ove quell’anno si svolsero le Olimpiadi.

Una volta che ci fu la certezza che il Judo avrebbe fatto parte del programma olimpico si aprì un dibattito riguardo due punti: le categorie di peso e il professionismo degli atleti.

Le categorie di peso. In Giappone esisteva solo la categoria Open (unica categoria con tutti i pesi) mentre nei Campionati del Mondo del 1950 tenutisi negli Stati Uniti d’America e nei Campionati Europei del 1957 vi fu l’introduzione delle categorie di peso. I Giapponesi si erano opposti alle categorie di peso (volendo mantenere solo la categoria Open), ma nel 1962 un avvenimento gli fece cambiare idea. Ai Campionati del Mondo assistettero alla vittoria in modo dominante dell’olandese Antonius J. Geesink proprio nella categoria Open.

Questo li portò a pensare che se avessero lasciato solo la categoria Open sarebbero potuti rimanere senza titolo olimpico, cosa impensabile per loro, alchè decisero di adottare lo standard europeo: +68 Kg (pesi leggeri); -80 Kg (pesi medi); +80 Kg (pesi massimi) oltre alla categoria Open, voluta fortemente da alcuni paesi europei.

Il Professionismo degli atleti. Il codice amatoriale del 1964 prevedeva che gli atleti che dovevano partecipare all’olimpiade fossero atleti dilettanti e non professionisti.

Si decise cosi’ che ogni Comitato Olimpico Nazionale dichiarasse lo stato amatoriale dei propri judoka. Fu così che il Comitato Olimpico Nazionale Olandese dichiarò lo stato di atleta dilettante per Geesink. Se però si fa un passi indietro, quando lo stesso Geesink chiese di partecipare all’Olimpiade di Roma 1960 nel wrestling, lo stesso Comitato lo bocciò perchè aveva insegnato judo in Francia.

Le gare si svolsero dal 20 al 23 Ottobre presso il Nippon Budokan Hall (struttura costruita appositamente per i Giochi), con 4 categorie di peso (+68 Kg, -80 Kg, + 80 Kg e Open) a cui parteciparono 72 atleti da 27 paesi.  La durata degli incontro era di 10 minuti nei turni preliminare e di 15 minuti nelle finali.

La formula di gara, uguale in ogni categoria, prevedeva dei gironi da 3/4 atleti, all’italiana, con qualificazione al turno ad eliminazione diretta dei vincitori di ogni girone. Solo la categoria Open, visto l’esiguo numero di partecipanti (solo 9), inserì al termine della prima fase un girone con i 3 atleti classificati al secondo posto nei 3 gironi iniziali, così da avere il quarto semifinalista.

Il Giappone si aspettava di fare un en plein di medaglie d’oro, ma dopo i primi 3 giorni in cui il pronostico fu rispettato, nel 4° e ultimo giorno (in cui si disputava la categoria Open) il Nippon Budokan Hall venne ammutolito. Successe un qualcosa di simile a quello avvenuto a Rio de Janeiro in occasione della finalissima del mondiale di calcio del 1950 tra Brasile e Uruguay. Anche in quell’occasione in Brasile erano sicuri di vincere il Campionato del Mondo, ma non avevano fatto i conti con l’Uruguay che vinse 2-1 lasciando in lacrime il Maracanà ed una nazione intera.

A Tokyo 1964 fu il gigante olandese Antonius J. Geesink (tanto temuto dai giapponesi già negli anni precedenti) che sconfisse in finale per immobilizzazione di kesa gatame il nipponico Akio Kaminaga, ammutolendo una nazione intera.

In questa prima olimpiade l’Italia, allenata dal M° Ken Noritomo Otani e dal C.T. Maurizio Genolini, era presente con 3 atleti: Bruno Giuseppe Carmeni e Stefano Gamba (cat. +68 Kg) e Nicola Tempesta (cat. +80 Kg), ma solo Carmeni e Tempesta presero parte alla competizione, perchè ogni nazionale poteva presentare 1 atleta per categoria o due per categoria di peso. Tra Carmeni e Gamba (che avrebbero gareggiato entrambi nei +68 Kg.), venne fatta una selezione interna dalla quale uscì vincitore Bruno Carmeni.

Tutti i nostri atleti uscirono al primo turno eliminatorio. Bruno Carmeni vinse il primo incontro per kinsa contro il taiwanese Chang Won-Ku, ma venne sconfitto nel secondo dal francese Lesturgeon Gaston M; Nicola Tempesta perse un incontro con il coreano Kim Jong-Dal e vinse contro il taiwanese Huang Yong-Chun.

Tra le curiosità: il più giovane atleta in gara fu il coreano Park, Chung-Sam (cat. +68 Kg) con 17 anni e 346 giorni; il più anziano il costaricano Madrigal Orland (cat. -80 Kg) con 43 anni e 223 giorni.

 

TABELLONI DI GARA

Cat+68 Kg – Cat -80 Kg – Cat +80 Kg – Cat Open

MEDAGLIERE FINALE

 

 


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