Genny ‘a carogna e’ una sconfitta (anche) per il judo

Genny ‘a carogna e’ una sconfitta (anche) per il judo

KUZUSHI, rompere l’equilibrio. Rubrica di satira a cura di Chiorbaciov   Perchè Genny ‘a carogna è una sconfitta anche per il judo? Dopo la finale di Coppa Italia (quella calcistica) diverse domande si sono susseguite nella mia mente: come è possibile lasciare uno stadio in balia di pregiudicati? Come possono le bombe carta entrare nello […]

Pubblicato da Chiorbaciov il 6 Mag 2014 in Prato

KUZUSHI, rompere l’equilibrio.

Rubrica di satira a cura di Chiorbaciov

 

Perchè Genny ‘a carogna è una sconfitta anche per il judo?

Dopo la finale di Coppa Italia (quella calcistica) diverse domande si sono susseguite nella mia mente: come è possibile lasciare uno stadio in balia di pregiudicati? Come possono le bombe carta entrare nello stesso luogo in cui sono presenti bambini?  Perché i telecronisti Rai hanno libertà di parola?

Ma se in quell’ambiente sei soprannominato “la carogna” di quali nefandezze ti sei reso protagonista?

I commenti dei primi judoka letti e ascoltati sono stati abbastanza prevedibili: nel judo non sarebbe successo, evviva gli sport minori! Insomma si è preso nuovamente la palla al balzo per evidenziare la differenza fra noi e il calcio.

La differenza, quella vera, sta nel numero di tifosi. Noi abbiamo palazzetti semivuoti, il calcio aveva uno stadio da 70mila posti pieno. Ciò che è avvenuto non ha niente a che fare con lo sport: è una sconfitta istituzionale e prima ancora culturale.

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Non possiamo non pensare che se anche noi avessimo i palazzetti pieni, con tutta la rivalità fra palestre che di cui ho parlato nel post precedente, anche noi saremmo a rischio. Non più tardi di qualche anno fa la finale a squadre di Frosinone venne sospesa qualche minuto per una stampellata in testa ed una mini rissa sugli spalti.

Il proliferare di questi individui e di queste situazioni è un problema politico e sociale. Lo sport, tutti gli sport, mirano all’aggregazione o quantomeno allo sviluppo fisico e morale degli individui. Quello che è accaduto all’Olimpico è una sconfitta di tutti, judo e judoka compresi.

 

Ah dimenticavo, vorrei precisare che prima di scrivere l’articolo ho chiesto il permesso.


  1. Alessio Baiguini says:

    Panem et circenses diceva Giovenale duemila anni orsono e si parlava proprio di Roma, la cosa qualche pensiero dovrebbe darlo.

  2. Maghe says:

    Beh .. un po’ esagerato 🙂 ero presente a quella finale .. ma non ricordo l’episodio della stampella .. ma forse ero distratto 🙂 pero’ al grand slam di Parigi .. palazzetto pieno .. non mi sembra che sia successo nulla .. ma potrei citarne tanti altri casi .. verissimo che i palazzetti “ITALIANI” nelle fasi FINALI sono quasi sempre vuoti .. ma credo .. mia opinione personale .. che non possiamo MAI paragonare il TIFO dei JUDOKA con il TIFO degli ULTRAS !! Ma forse sono troppo di parte quindi la mia opinione vale meno di Zero 🙂 cmq sia ViVa il Judo *MAGHE*

    • amministratore says:

      purtroppo la descrizione di chiorbaciov sull’episodio della stampella è stato fin troppo buono, le persone hanno addirittura occupato la materassina… e abbiamo perfino la registrazione che abbiamo deciso di non pubblicare.
      per fortuna è stato un episodio isolato.

      Ennebi

    • chiorbaciov says:

      Ciao Maghe!

      MAI paragonare il TIFO dei JUDOKA con il TIFO degli ULTRAS.

      Vero, semplicemente perchè i judoka sono meno. Il problema è culturale. All’estero non succedono guai alle manifestazioni mondiali neppure nel calcio. Eppure smuove 100 volte persone in più rispetto al judo. Ricorda che un palazzetto pieno è capiente quanto la curva dell’Olimpico.

  3. Fabio says:

    Questa volta non mi trovo molto d’accordo, pur se apprezzo la leggerezza e l’ironia di Chiorbaciov. Non è vero che tutto il mondo è paese. Intendiamoci il calcio ha pure sempre il suo fascino, però io sono anche un grande appassionato di Rugby e mi sono trovato a seguire partite molto sentite a livello di tifo, tipo Inghilterra Vs Irlanda. Eppure i tifosi sono mischiati e non exists il divieto di vendita delle bevande alcoliche, stadi pieni e ordine impeccabile,
    Direte che è un problema culturale….sbagliato, nel calcio si picchiano anche all’estero, provate a seguire una partita di calcio tra una squadra inglese ed una olandese….No, non accetto che si dica che tutto il mondo è paese, il problema a mio avviso è che spesso il tifoso di calcio non pratica sport, e chi non pratica sport è più portato verso la violenza gratuita, anche verbale.
    Ricordo l’episodio di Frosinone di due anni fa ma se non erro i protagonisti sono stati deferiti e condannati del tribunale federale, e comunque un episodio negativo non può essere equiparato a ciò che succede quasi quotidianamente a tutti i livelli in uno stadio di calcio.
    Quindi onore al calcio, che è seguitissimo e bellissimo però per favore non facciamo tutto di un erba un fascio

    • Chiorbaciov says:

      Ciao Fabio!

      Il punto e’ molto semplice: il tifo sfrenato non deriva dal calcio in quanto tale. Perche’ il calcio e’ uno sport proprio come il nostro. Non sto equiparando il tifo del judo a quello del calcio, ho semplicemente sottolineato come il problema sia insito nel nostro tessuto sociale, e ci riguarda tutti.

      Non possiamo tirarci fuori dai problemi solo perche’ nel nostro sport avvengono episodi sporadici: lo sono anche nel calcio. Conta quante partite degenerano in rissa rispetto a quelle che si giocano ogni fine settimana…

      La domanda e’: se facessimo ogni domenica gare a squadre (sono quelle che secondo me accendono maggiormente gli animi) ed avessimo il numero di tesserati del calcio, pensi che il nostro “essere judoka” ci renda immuni da cose come quella accaduta a Frosinone?

      Io penso di no.

      • giuseppe says:

        é vero che è un problema culturale… e la cultura la facciamo noi!!!

        Io mi impegno quotidianamente nell’insegnamento del judo, lo faccio gratuitamente e con spirito di sacrificio, cercando di insegnare ai miei atleti fin dalla più tenera età le regole e il rispetto x le regole anche se non del tutto condivise. Si insegni che l’arbitro non si contesta e che x vincere è necessario fare ippon…
        Poi faccio anche l’arbitro… con la stessa passione ed impegno con cui insegno (p.s. Vi garantisco che spesso è più difficile aver a che fare con alcuni tecnici che con i bambini in palestra)… In quest ambito noto spesso che già da piccoli si insegna il trucco e la malizia dell’atleta evoluto, perdendo di vista il bambino… Inoltre spesso gli stessi tecnici trasgrediscono le regole o hanno atteggiamenti incazzati e non danno un buon esempio ai loro atleti che in qualche caso, pochi x fortuna, rischiano di esagerare.

        X concludere, il mondo del judo deve essere unito arbitri e tecnici siamo un tuttuno e dobbiamo rimanerlo anche in gare, ognuno nl rispetto dei ruoli. L’arbitro può sbagliera, lo ammetto (spero sempre e solo non volontariamente)… il tecnico pure… e ultimamente il care system aiuta molto.

        Quindi insegnamo ed impariamo il rispetto, con la speranze che fra qualche anno avremo i palazzetti pieni anche noi…

        buon judo a tutto

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