DiversaMENTE con le proposte di candidatura
Secondo appuntamento con la rubrica DiversaMENTE, curata dal nostro direttore, il Dott. Ing. Nicandro Buono, alias Ennebi. In questo numero Ennebi si rivolge direttamente al presidente della FIJLKAM, il Dott. Domenico Falcone, affinché semplifichi il processo di raccolta delle proposte di candidatura, senza le quali non è possibile candidarsi alla carica di consigliere nazionale e di presidente della FIJLKAM. L’Ing. Buono chiede al nostro presidente l’umiltà e il coraggio di mettersi in gioco (almeno per una volta) e di scegliere la strada di elezioni quasi democratiche, senza le quali la vittoria non potrà essere considerata una conquista sul campo.
Vorrei cominciare questo secondo appuntamento di DiversaMENTE parlandovi delle modalità di candidatura per presentare una lista alle elezioni comunali della propria città, con l’intento di fare poi un parallelismo con il mondo della FIJLKAM.
Innanzitutto, ogni lista per potersi ufficialmente candidare deve raccogliere delle firme di cittadini elettori, ovvero delle proposte di candidatura. Il numero necessario dipende dalle dimensioni del comune stesso. Per esempio, devono essere da non meno di 25 a non più di 50 proposte di candidatura, nei comuni con popolazione compresa tra 1000 e 2.000 abitanti; oppure da non meno di 30 a non più di 60 proposte di candidatura, nei comuni con popolazione compresa tra 2.001 e 5.000 abitanti. Vale a dire una percentuale che si aggira mediamente attorno allo 0,25% degli abitanti, che sono coloro che vanno direttamente a votare il rinnovo del consiglio comunale. Cosa accade se il comune ha meno di 1000 abitanti? Ebbene, la legge dice che nessuna proposta di candidatura è richiesta per la dichiarazione di presentazione delle liste nei comuni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti. Il numero di componenti della lista varia a seconda della grandezza del comune, va da pochi a parecchie decine di candidati. Ciò significa che le firme raccolte, ovvero le proposte di candidatura, sostengono un gruppo di persone e non un singolo individuo.
Vediamo ora cosa accade nella FIJLKAM. Per essere candidato come consigliere nazionale o come presidente della FIJLKAM c’è bisogno di avere un numero di proposte di candidatura. Lo schema seguente chiarisce i numeri necessari:
- Almeno 25 proposte da 5 regioni diverse nel settore judo per coloro che vogliono candidarsi alla carica di consigliere nazionale del medesimo settore (stesso numero per il karate e per la lotta).
- Almeno 30 proposte da 5 regioni diverse per ogni settore, judo, lotta e karate, per coloro che aspirano alla carica di presidente della FIJLKAM, per un totale di 90 proposte di candidatura.
Da qui si evince chiaramente come mai negli ultimi decenni non vi sia mai stato più di un candidato presidente dal lontano 1981! Se anche quest’anno il candidato presidente sarà uno solo, nel 2020 alla prossima tornata elettorale raggiungeremo il record (negativo) di aver avuto un unico candidato presidente nelle elezioni susseguitesi in un lasso temporale pari a 40 anni. Certamente nulla di cui potersi vantare!
La sfida per potersi candidare come presidente della nostra federazione non sta tanto nel reperire le 30 proposte di candidatura nel settore judo e altrettante 30 nel settore karate, dove vi sono più di 1.000 società sportive affiliate per ciascun settore, ma reperire 30 proposte di candidatura nel settore lotta, dove vi sono poco più di 100 club affiliati.
La percentuale di proposte di candidatura rispetto ai club affiliati, che sono coloro che hanno la possibilità di guadagnarsi il diritto al voto, è vicina allo 0,25% nel judo e nella lotta, mentre sale vertiginosamente intorno al 25% per colui o colei che volesse candidarsi a consigliere del settore lotta. La stessa percentuale è necessaria a colui o colei che volesse candidarsi a presidente della FIJLKAM.
Dal parallelismo con le elezioni comunali scaturiscono altre due riflessioni. In primis, ci si chiede come mai nella FIJLKAM si parla solo di numero minimo e non di numero massimo di proposte di candidatura.
Ciò che si cela dietro questa mancanza legislativa è sconvolgente: infatti, non limitare il numero dà la possibilità di avere la maggioranza delle proposte di candidatura di un settore tutte per sė. Cosa difficile per judo e karate ma alquanto fattibile per la lotta, che ha un numero di club 10 volte piú piccolo degli altri due settori. Di fatto, è proprio quello che è avvenuto negli anni passati: infatti, reperendo una 70ina di proposte di candidatura nel settore lotta, automaticamente si impossibilita chicchessia a potersi candidare a presidente della FIJLKAM, non avendo più quest’ultimo la possibilità di reperirne altre 30. Ciò potrebbe accadere anche se per assurdo tale persona dovesse avere centinaia di proposte di candidatura nel karate e nel judo, che assieme contano circa 2.400 club affiliati, ovvero oltre il 95% dei club della FIJLKAM.
Nel caso delle elezioni comunali, ma anche regionali e nazionali, il legislatore ha previsto un numero massimo di firme necessarie a presentare la lista di candidati proprio per garantire democrazia, trasparenza ed evitare che una lista si accaparri per sé tutte le proposte di candidatura disponibili sul “mercato”, impedendo agli avversari di candidarsi. Nella FIJLKAM invece il regolamento limita vertiginosamente le possibilità di avere avversari, inficiando il principio di democrazia.
La seconda riflessione riguarda il fatto che quando ci si candida per il consiglio comunale, le firme che si raccolgono supportano un gruppo cospicuo di persone. Per esempio, per un comune di 5000 abitanti abbiamo visto prima che ogni lista deve presentare le firme di minimo 30 cittadini elettori e massimo 60. La relativa lista deve essere formata da un massimo di 12 candidati consiglieri. Ciò significa che le firme (60 al massimo) supportano un gruppo di persone (12). Possiamo quindi dire che in un comune di 5000 abitanti per ogni candidato in consiglio comunale, ci vogliono massimo 5 firme. Nella FIJLKAM invece non solo ce ne vogliono minimo 25 per ogni candidato consigliere e minimo 90 per il candidato presidente, ma devono anche provenire da 5 regioni diverse. E parliamo di una federazione che ha un totale di 2500 società sportive affiliate. Una follia che fa rima con non democrazia!
Ora, dato che ciò è ben sancito nello Statuto e il CONI per qualche assurdo motivo l’ha anche approvato, seppure in disaccordo con le regole del CONI stesso, nel breve termine non possiamo fare nulla per cambiare quanto sopra descritto.
Al contrario, Italiajudo vuole essere propositiva – così come lo è sempre stata fin dalla sua nascita – e, pertanto, invita a fare qualcosa laddove è possibile. Assodato che un cambio dello Statuto non è fattibile prima del voto del 3 dicembre 2016, l’invito che si rivolge all’attuale presidente Dott. Domenico Falcone e al segretario generale Ing. Massimiliano Benucci è quello di facilitare il reperimento delle proposte di candidatura. Ovvero rendere tale processo più essenziale in modo da creare le basi per una elezione quasi democratica.
Eh si, perché nelle passate edizioni il reperimento delle proposte di candidatura è stato viziato da un processo malato secondo il quale è obbligatorio autentificare le firme da un presidente di comitato regionale della FIJLKAM oppure da un pubblico ufficiale, detto anche autenticatore, come un notaio, un giudice di pace, un cancelliere o un collaboratore delle cancellerie delle corti d’appello, dei tribunali e delle sezioni dei tribunali, un segretario delle procure della Repubblica, un segretario comunale, eccetera. Ciò significa che ogni singola firma deve avvenire alla presenza di una persona che possieda una certa autorità. Sapete chi decide questo assurdo regolamento? Lo decide il segretario generale e il presidente della federazione nella più totale autonomia! E’ proprio per questo motivo che mi rivolgo a loro, perché hanno il potere di decidere diversamente da come si è fatto fin ora.
Infatti, non troverete scritto da nessuna parte che l’autenticazione di fronte a certe autorità sia un passo obbligatorio. Piuttosto, troverete tale obbligo ben sancito nelle circolari federali che nelle passate elezioni hanno imposto tale procedimento. Di contro, non ne parla nè lo Statuto federale, nè tanto meno il Regolamento Organico, che assieme alla Statuto è un altro importante documento che regola la vita dei tesserati della FIJLKAM.
Ora, considerato che esiste da parecchi anni, precisamente dal 28 dicembre del 2000 (art. 46 D.P.R. 445/2000) una legge che consente ad ogni cittadino italiano di auto certificare le proprie dichiarazioni, ci si chiede come mai non si proceda proprio all’auto certificazione per il reperimento delle proposte di candidatura. Sarebbe una scelta di buon senso, già regolata dalle leggi dello Stato italiano e andrebbe in qualche modo a controbilanciare un regolamento folle e antidemocratico che obbliga la raccolta di proposte di candidatura secondo un processo articolato e troppo complesso.
Al nostro presidente, Dott. Domenico Falcone, chiedo dunque l’umiltà e il coraggio di mettersi in gioco e di scegliere la strada della trasparenza e della quasi democraticità. Oppure è solamente in grado di vincere laddove non vi sono rivali? In tal caso, la carica di Presidente non potrà essere considerata una conquista guadagnata sul campo.
Mi ricorda tanto la pubblicità del gratta e vinci…
Immaginate di vincere un titolo italiano senza avversari, come vi sentireste?
Se si vuole stringere ancora un po’ lo spazio di candidatura basti pensare che le 5 firme della lotta non possono venire da Abruzzo (2), Friuli (2), Marche (3), Molise (1), Trentino A.A. (4), Umbria (4), Val d’Aosta (1), Veneto (4) in quanto non hanno 5 club in regione. Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Piemonte e Toscana possono esprimere un solo candidato avendo più di 5 club ma meno di 10. La competizione ad almeno 2 candidati potrebbe essere fatta solo in 6 regioni.
Ottimo commento. In effetti dovremmo toglierle proprio queste benedette proposte di candidatura, ma sono previste dallo Statuto. Tutto cio’ che non e’ previsto da Statuto, invece, si puo’ cambiare facilmente. Vediamo se c’e’ l’apertura per cambiare quanto meno piccole cose per rendere la competizione quasi democratica.
Io direi che proprio per questo motivo le società di Judo i dirigenti e i loro maestri dovrebbero finalmente pensare che solo una federazione di solo Judo porterebbe i vantaggi alla nostra disciplina che fino ad ora sono stati limitati per questo mosaico di attività che a volte sono in concorrenza fra loro.
Federazione Judo Italiana è tanto difficile pensarla …e crearla ? una federazione dove all’interno si possano trovare 3 settori AGONISMO – CULTURA EDUCAZIONE – PROMOZIONE con i suoi esperti al lavoro, Allora si che il Judo decollerebbe finalmente e potrebbe anche far capire …. che noi non siamo quelli dei calci e pugni zac ..zan !! (battuta sentita oramai da anni fare dai profani che ci confondono con il Karate ed affini)
Scusate per la stupida domanda ma mi viene spontaneamente: il Presidente attuale come ha fatto? Ha seguito tutto questo iter? Ne siamo certi?
Chiaro che ha seguito l’iter. Non lo metto in dubbio. Ricordo tuttavia che il presidente attuale e’ stato per parecchi anni segretario generale della FIJLKAM, ciò significa che e’ stato in contatto per molto tempo con società sportive di lotta, judo e karate proprio per la natura del suo precedentemente ruolo all’interno della FIJLKAM. Connessioni che solo una persona con un ruolo di quel tipo poteva avere. In generale le connessioni tra i tre mondi sono davvero povere. Non so se e’ chiaro cosa voglio dire. Ho risposto alla Sua domanda?
Carissimo Nic, ero davvero convinto che questi temi così importanti per il futuro del movimento judoistico avrebbero suscitato un vespaio di pareri ed opinioni. Ero convinto che dopo il tuo esporti in maniera chiara molti di quelli che sono soliti a commentare quello che non va augurandosi grandi cambiamenti ai vertici federali avrebbero preso la palla al balzo per dire la loro. Ero convinto, forse mi sbagliavo. Forse i tuoi post non li legge più nessuno, forse sono tutti presi nella riapertura dei corsi in palestra, forse il tema non è interessante. Spero solo, ma lo spero davvero, non sia dovuto alla paura di esporsi con dovute conseguenze.
Carissimo Vittorio,
i numeri sugli articoli di questo argomento sono triplicati rispetto a qualche mese fa, i messaggi privati che giornalmente ricevo sono molti. E’ vero, non ci sono molti commenti ma e’ anche vero che ci sono tantissime persone che svolgono l’attività judoistica come proprio primo ed unico lavoro e per loro esporsi pubblicamente potrebbe significare tanto… lo sappiamo bene questo! Nel segreto delle urne avremo delle novità, vedrai!
Come ho già avuto modo di scrivere su questo canale, mi ha fatto molto ridere il fatto che qualche nostro “dirigente” spenda del tempo a monitorare i ‘mi piace’ su Facebook sugli articoli di Italiajudo per poi ri-chiamare alcuni di loro. Il fatto che i ‘mi piace’ siano aumentati mi pare un chiaro segnale della direzione in cui stiamo andando.
Grazie per il tuo commento e buona serata.
Ennebi
Caro Direttore, molte grazie per aver evidenziato e spiegato nei dettagli il meccanismo (a questo punto ed a mio avviso molto perverso) delle candidature alle cariche soprattutto di Presidente ed anche di Consigliere Federale: che dire…… sembrerebbe di essere non in uno Stato democratico, ma piuttosto di fare un passo indietro di qualche decennio in una Repubblica della vecchia Est Europa.
In effetti un mezzo per porre fine a questa barzelletta elettorale (perché di ciò trattasi) ci sarebbe, anzi c’è e si chiama voto.
Le società hanno una grande e forse unica possibilità per cambiare lo stato delle cose: rinnovare il Consiglio Federale alle prossime elezioni!
È necessario una inversione di marcia per portare nuova linfa e nuove idee. È indispensabile un cambiamento, che possa tagliare quel cordone ombelicale con il passato, innanzitutto rivedendo lo Statuto, e successivamente affrontando tutti i problemi che attanagliano la Federazione, allo scopo di farla crescere insieme alle Società, grandi e piccole. Probabilmente nei prossimi giorni ci saranno pressioni, riunioni, colpi più o meno bassi, si cercherà di fare terra bruciata intorno a tutti coloro che vorrebbero portare avanti un avvicendamento ai vertici, ma tutto ciò non potrà che portare, ancor di più, la consapevolezza e l’indispensabilità di un voto ragionato e scevro da condizionamenti esterni per un movimento judoistico sempre migliore e proiettato verso il futuro.