Termina il judo alle Paralimpiadi

1/09/2012 Si conclude l’esperienza praliampica per gli atleti non vedenti del judo, unica arte marziale presente nei giochi. Questa terza giornata di competizioni ha assegnato i cinque titoli paralimpici ancora vacanti.   Inutile ricordare quanto sia stato bello e divertente partecipare da semplice spettatore alle Paralimpiadi. È una esperienza che per sempre rimarrà scolpita nella […]

Pubblicato da Ennebi il 4 Set 2013 in Londra

1/09/2012 Si conclude l’esperienza praliampica per gli atleti non vedenti del judo, unica arte marziale presente nei giochi. Questa terza giornata di competizioni ha assegnato i cinque titoli paralimpici ancora vacanti.

 

Inutile ricordare quanto sia stato bello e divertente partecipare da semplice spettatore alle Paralimpiadi. È una esperienza che per sempre rimarrà scolpita nella mia mente.

 

Il sensibilissimo pubblico non ha smesso nemmeno per un istante di applaudire ogni atleta prima e dopo l’incontro nei tre giorni di gara e ha apprezzato i gesti tecnici degli atleti.

E oggi è stata in assoluto la giornata più rumorosa da parte del pubblico di casa che ha sostenuto fino all’ultimo i due atleti inglesi. Parliamo di Samuel Ingram impegnato nella categoria dei 90 chilogrammi che ha ultimato la sua corsa paralimpica al secondo posto e del fratello Joe che gareggiava nella categoria al limite dei 100 chilogrammi e che ha conquistato la settima piazza.

 

Il medagliere per nazioni vede al primo posto l’Ucraina con i tre ori di Davyd KHORAVA (66 kg), Dmytro SOLOVEY (73kg), Olexandr KOSINOV (81kg) e i bronzi delle due uniche atlete donne schierate, Yuliya HALINSKA (48kg) e Nataliya NIKOLAYCHYK (52kg).

Una prestazione paurosamente performante se si pensa che l’Ucraina ha qualificato un totale di 7 atleti, ottenendo 5 medaglie.

Alle sue spalle troviamo Cuba con 2 ori e 2 bronzi e la Germania con 2 ori e 1 bronzo.

Una curiosità: il grande Giappone ha conquistato un’unica medaglia d’oro, piazzandosi al settimo posto del medagliere, mentre la Francia, grande Nazione europea sotto il profilo judoistico, ha ultimato i Giochi senza nemmeno una medaglia.

 

Concludo questo diario paralimpico con una immagine regalatami da Elisabetta Fratini, official dell’IFJ, unica rappresentanza italiana a questa tredicesima edizione dei giochi nonché una delle eccellenze che più inorgoglisce il mondo del judo italiano.

Elisabetta alloggia in questi giorni presso il villaggio olimpico, assieme ai quasi 5.000 atleti provenienti da tutto il mondo.

Ebbene, mi ha raccontato di aver visto un atleta in carrozzina aggirarsi presso il villaggio olimpico mentre alle sue spalle, proprio dietro di sé, vi era un suo compagno di squadra che camminava quasi come se stesse spingendo la carrozzina.

A un tratto è stato chiaro che colui che camminava era un atleta non vedente, mentre quello in carrozzina si è fermato per raccontare cosa ci fosse intorno.

 

Quest’immagine mi ha fatto venire in mente una massima di Jigoro Kano che in giapponese si legge: “JI-TA-KYO-EI”. Letteralmente significa “io e altri insieme progresso”, ovvero il progresso personale si può ottenere solo con la collaborazione degli altri.


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