Oberwart: quinto il team femminile
Si fermano ai piedi del podio le speranze azzurre nella giornata di chiusura degli Europei di Oberwart: il team femminile guidato da Laura Di Toma ha fatto sperare fino all’ultimo combattendo alla grande ma cedendo purtroppo sul più bello. Per riscattare l’Italia, rimasta a secco nella gara individuale, non è infatti bastata la grande determinazione […]
Si fermano ai piedi del podio le speranze azzurre nella giornata di chiusura degli Europei di Oberwart: il team femminile guidato da Laura Di Toma ha fatto sperare fino all’ultimo combattendo alla grande ma cedendo purtroppo sul più bello. Per riscattare l’Italia, rimasta a secco nella gara individuale, non è infatti bastata la grande determinazione di Giulia Pierucci, Francesca Giorda, Giulia Caggiano, Nadia Simeoli, Marta Palombini, Alessandra Prosdocimo, Giorgia Stangherlin e Daniela Vocolodi, che c’è l’hanno messa tutta, senza tuttavia riuscire a confermare la piazza d’onore dello scorso anno.
Partite come teste di serie grazie al bronzo dello scorso anno, le azzurre in apertura si sono battute col cuore col team del Belgio e con le abbondanti disattenzioni arbitrali: due sanzioni hanno privato Giulia Pierucci del primo primo incontro contro la Blavier, nonostante uno yuko più che valido passato inosservato allo scadere; è stata quindi romana Giulia Caggiano a riportare la bilancia in pari marcando waza-ari sulla Libeer, ampiamente contenuta anche sul piano tattico con ben tre sanzioni a favore dell’azzurra. Belgio in rimonta con la “passivissima ” Willems, che ha superato Alessandra Prosdocimo grazie a due sanzioni e ringraziando gli arbitri per la pessima gestione dell’incontro. Giorgia Stangherlin ha quindi invertito la rotta azzurra tagliando la strada al Belgio con uno yuko in o-uchi gari, trasformato in ippon al suolo.
Giunte dunque in semifinale per tre vittorie a due, le azzurre si sono scontrate con la Francia, vicecampione in carica. Amaro purtroppo il bilancio dello scontro: 5-0 per la Francia. Giulia Pierucci non l’ha spuntata con la stellina francese Astride Gneto, in un incontro gestito pessimamente in cui è stata una sanzione a fare la differenza a favore della francese; Giulia Caggiano ha dato gran battaglia a Sara Harachi ma ha dovuto cedere alla sua morsa micidiale in ne-waza; Marta Palombini ha combattuto alla grande con la Eme, marcando yuko e portandosi in vantaggio ma a marce ingranate è stata la francese a pareggiare e quindi a ribaltare il risultato sul finire dell’incontro. Giorgia Stangherlin ha invece ceduto all’incalzante Marina Olarte, che l’ha chiusa al suolo e Daniela Vocolodi è stata travolta dalla gigantessa Caroly.
Nell’incontro per la medaglia di bronzo, l’Italia ha combattuto con la Russia: orfane delle infortunate Prosdocimo e Vocolodi, le azzurre hanno dato vera battaglia alle russe nonostante si presentassero sul tatami in quattro. Giulia Pierucci ha insidiato la Aiakina fino all’ultimo, cedendo poi di waza-ari e quindi per un micidiale juji-gatame; il riscatto azzurro è arrivato con una determinatissima Giulia Caggiano, capace di domare la Dotcenko pareggiando col vantaggio di due shido; Marta Palombini ha tentato l’impresa con la Dzhigaros, ma non è riuscita a contenerne il waza-ari poi trasformato in ippon al suolo. Giorgia Stangherlin ha invece battagliato con la Badurova, incontenibile nel doppiowaza-ari (de-ashi barai e tai-otoshi) che le ha consegnato la vittoria. A tavolino l’ultimo punto, guadagnato dalle russe con Lianichenko.
Il team maschile capitanato da coach Paolo Bianchessi ha venduto cara la pelle, ma nel delirio del pubblico locale, l’Austria padrona di casa ha spuntato lo scontro di partenza per tre vittorie a due. Nonostante la squadra fosse stata rivisitata all’ultimo minuto in seguito all’infortunio di Lorenzo Todini, gli azzurri hanno retto bene, segnando il primo punto con Giovanni Esposito che si è imposto di shido su Reiter; è stato quindi Wagner a pareggiare i conti, marcando yuko su Andrea Gismondo e quindi l’Austria è passata in vantaggio con Bubanja che di è imposto per ippon su Leknardo Casaglia. La riscossa azzurra è arrivata con Alesssandro Bergamo che nei 90 kg ha incalzato Pacher fino all’ultimo superandolo di yuko; finale purtroppo tutto austriaco con Davide Pozzi sovrastato dal colosso Hegy.
A conquistare la vetta d’Europa, tra le donne è stata la Francia che in finale ha superato la Slovenia, mentre i bronzi sono andati a Russia e Germania; il titolo a squadre maschile è andato invece alla Russia che in finale ha superato una caparbia Germania, terzi posti a Georgia e Bielorussia.
Amaro dunque l’europeo azzurro, finito senza medaglie ma non senza perplessità: perché una squadra che nei mesi scorsi ha raccolto molto nel circuito mondiale non è riuscita a farsi valere al culmine della stagione? Di certo ad Oberwart gli azzurri non sono riusciti ad esprimere il valore di cui hanno dato prova a più riprese: non sono stati i guerrieri energici ed entusiasti che avrebbero potuto essere, ma judoka scarichi e timorosi, forse distratti da troppe “preoccupazioni”. Forse, una riflessione sull’aria che i nostri ragazzi respirano va fatta.
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