Judo e bullismo: a Bergamo laboratorio formativo con genitori di giovani judoisti
Il maestro Emilio Maino ci racconta l’esperienza vissuta a Bergamo con i genitori dei propri allievi.
Ho avuto modo di ascoltare recentemente, da colleghi insegnanti di judo, ma anche da allenatori di altri sport, che gli allievi migliori dovrebbero essere quelli orfani. Sich! A parte i genitori che, sentendo ciò, si toccherebbero subito le parti basse, mi chiedo: ma davvero alcuni insegnanti sportivi pensano di poter operare in modo utile per la crescita di un proprio allievo senza un rapporto costruttivo con le famiglie o addirittura sono convinti di potersi sostituire a loro in modo migliore? Roba da istituzioni Hitleriane. Avete presente quando all’inizio dell’anno scolastico il preside presenta in assemblea ai genitori l’offerta formativa e insiste sul patto educativo scuola-famiglia? Ecco, mi pare la via più saggia e produttiva. Patto educativo sport-famiglia suona e soprattutto funziona meglio. A volte con delle sorprese, in cui sono i genitori a marcare ippon agli insegnanti. E che ippon.
Come nell’esperienza che tratta questo articolo. Il tutto nasce da un’idea: prendere l’occasione di un allenamento per giovani judoisti dai 6 ai 14 anni, per proporre ai genitori presenti un’alternativa utile al passare la mattinata sugli spalti. Partecipare ad un laboratorio formativo sul tema judo e bullismo. Dall’idea ai fatti: domenica 29 gennaio 2017, al PalaGorle, mentre il M° Fabrizio Bernabè, coadiuvato da Raffella Perego e da un gruppetto di insegnanti e collaboratori della società ospitante Body Park Judo CUS Bergamo, allenava, in due trance, un centinaio di aspiranti samurai nell’appuntamento mensile promosso dal Comitato Regionale Lombardo, sessanta genitori, anche qui in due gruppi successivi, si sono tolti le scarpe e su un secondo tatami hanno approfondito e ragionato attorno al binomio Judo e Bullismo. Utilizzando metodi attivi e coinvolgenti.
Con l’intento di migliorare la conoscenza del fenomeno del bullismo e di mettere a fuoco i possibili vantaggi che la pratica judoistica può giocare nei confronti della prevenzione e gestione degli atti di bullismo. Prima di addentraci nell’esito dei lavori è opportuno rimarcare alcune caratteristiche e due dati che permettono di inquadrare il fenomeno del bullismo. Oggi si parla molto di bullismo ed in effetti è un fenomeno in crescita, che si sta molto precocizzando, con episodi sin dalla seconda-terza elementare. I dati dell’ultima ricerca ISTAT in merito (2015) dicono che è vittima assidua di bullismo un adolescente ogni cinque (11-17 anni) e che gli episodi di violenza fisica sono nell’ordine del 4 %. Molto più numerosi sono gli atti offensivi e denigratori: diretti, indiretti (parlar male alle spalle) e, soprattutto, attraverso i social. Il bullismo, che è l’azione offensiva di uno o più prepotenti che infieriscono su individui deboli o comunque dotati di minori risorse in termini di forza fisica e tenuta mentale (Olweus 1996), per poter essere definito tale ha necessità di soddisfare tre caratteristiche:
1) INTENZIONALITA’ = la prepotenza deve essere intenzionale e orientata a creare danno.
2) SISTEMATICITA’ = la prepotenza dev’essere continuativa nel tempo verso una stessa vittima (se è estemporanea non rientra nel bullismo).
3) ASIMMETRIA DI POTERE = la vittima deve essere palesemente inferiore di forze rispetto al bullo o ai bulli, con limitate capacità difensive.
La violenza occasionale è un’altra cosa. Il litigio un’altra ancora. I sessanta genitori che hanno partecipato ai due laboratori si sono messi bene in gioco e, da quel che è emerso, hanno dato una chiara dimostrazione dell’alto livello di consapevolezza delle potenzialità dello sport a cui hanno indirizzato i propri figli.
Come insegnanti di Judo credo dobbiamo essere fieri e soddisfatti di avere fra i genitori dei nostri giovani allievi persone che hanno dimostrato sul campo tale attenzione e profondità di analisi. A tratti superiore a quella che noi stessi insegnanti siamo in grado di esprimere. Appunto da ippon. In sintesi sono riportati sotto i punti espressi dai genitori al termine del loro approfondimento in piccolo gruppo sul Judo che previene e combatte il bullismo, subito ed agito. A favore delle vittime, ma anche dei bulli. Ne è uscita una serie così ricca di spunti e di sostanza da rappresentare un vero e proprio manifesto pedagogico.
MANIFESTO DEL JUDO CHE FA CRESCERE
SVILUPPO DELLE ABILITA’ PERSONALI
- Consapevolezza delle proprie capacità, della propria forza, fisicità e dei propri limiti
- Equilibrio psicofisico
- Autostima
- Sicurezza personale, sia fisica che psicologica
- Autocontrollo
- Gestione e controllo dell’emotività
SVILUPPO DELLE CAPACITA’ RELAZIONALI
- Confronto continuo con l’altro
- Capacità di relazionarsi e gestire il rapporto con gli altri
- Capacità di far valere i propri diritti in modo assertivo
- Capacità di richiedere rispetto
- Considerazione per i diritti dell’altro e conseguente aumento del rispetto reciproco
- Responsabilità delle proprie azioni di fronte all’altro e fiducia nell’altro
- Capacità di affrontare e gestire i conflitti
POTENZIALITA’ SPECIFICHE DEL JUDO
- Judo sport individuale: conoscenza di sé e consapevolezza dei propri limiti e risorse
- Disciplina di difesa e meno di attacco
- Non temere il contatto fisico
- Canalizzare positivamente le energie in eccesso
- Imparare ad essere forti, ma mai con violenza
- Appartenere ad un gruppo, con una propria individualità
- Confrontarsi alla pari con l’altro e importanza del controllo personale
- Collaborazione fra diversi gradi: la cintura più scura aiuta la più chiara
- Imparare a vincere senza umiliare e a perdere in modo attivo
- Rispettare le regole, che sono più importanti della vittoria
- Importanza della figura di riferimento nel maestro
- Consapevolezza e capacità e di potersi difendere dai soprusi
L’elemento che più mi ha sorpreso, in questo efficace laboratorio, è che l’opzione judo = difesa personale è emersa molto in sottofondo. Come dire, la pratica judoistica può servire a rafforzare gli elementi di crescita personale e gruppale. Quando si è abbastanza forti e ci si regge bene sulle proprie gambe difficilmente si diverrà vittima di bullismo e se si ha fatto proprio lo spirito del rispetto difficilmente ci si trasformerà in bullo. Certo, meglio darle che prenderle, nel caso (non me ne vogliano i fautori del porgi l’altra guancia), ma come ultima ratio. Vivaddio.
Bom dia a todos, intervengo con un certo dispiacere su un argomento di grande attualitá aperto da mio fratello, pensando ai “miei tempi”
in cui i genitori mi affidavano i loro pargoletti non certo con la necessitá di “armare” i loro figli nella lotta per la sopravvivenza
quotidiana. Ho avuto pure esperienze dirette (tra i primissimi in Italia) di corsi in orario scolastico (Elementari e Liceo Classico)ma sinceramente non si é mai pensato di estrapolare dal metodo Judo un qualcosa che potesse essere utile in un contesto sociale sempre piú degradante mettendoti a contatto con individui spregevoli che applicano con assoluta leggerezza la legge della giungla ben consapevoli che la buona educazione, le buone maniere,
il senso del rispetto e perché no anche quello del perdono, uniti ad un codice penale piú adatto a popolazioni civili, li metterá quasi sempre dalla parte del sopraffattore soddisfatto ed impunito. E qui qualcuno comincerá a storcere il naso rimarcando che sto entrando nel campo minato della politica cui le regole Federali impongono di stare alla larga…Fatto sta che i problemi si analizzano dall’ origine e da li si ricorre ai rimendi per fare in modo che il tumore non si espanda con tutto il codazzo di medici, infermieri, case farmaceutiche, bisturi a volte in agguato e buon ultimo un bel funerale…
Dal “terzeiro mundo” pierattilio maino-brasil
il Bullismo, fenomeno di sopraffazione si combatte con l’educazione e la cultura, tutto ciò che contribuisce può essere ben accetto, certamente il Judo come sistema educativo può contribuire, diffido degli approcci che partono da un sistema di combattimento qualsiasi che trasmettono il messaggio visto che ti menano io ti insegno a menare di più o meglio cosi ti salvi, Buona Giornata a tutti
Querido collega Claudio Zanesco, mi espongo da emigrante quale legalmente sono dopo 17 anni no Braziull (tanto per evitare gaeshi sinistri da sotto la cintura…)certi “esseri umani” non li potrai mai e poi mai portare a certi livelli di cultura, rispetto ed educazione, tantopiú se messi in condizione di agire liberissimi in un contesto che li vede conquistatori e dominatori di un territorio ed un Popolo con rischio praticamente azzerato, per loro e per tutta la tribú che se li porta appresso. Aqui no Brasil é attiva la “Giustizia parallela”, é brutto da dirsi ma contro certe bestie non vai di certo con il ramoscello di ulivo, o la tesi in Scienza dell’ Educazione o tantomeno con la mossettina appresa nel corso gratuito di “Difesa in Rosa”…siamo seri e sinceri…
abraços a todos.
pierattilio maino-brasil