Italia? Home-made!

Italia? Home-made!

Segnali di ripresa per gli azzurri? Da Praga forse, dall’Italia “home-made”: quella “fatta in casa”. Ci hanno pensato infatti Giulia Cantoni e Valentina Giorgis a colorare d’azzurro il week-end mittleuropeo di Varsavia e Praga e con loro Maria Centracchio, Anna Righetti, Metteo Piras e Antonio Esposito. Giulia si è aggiudicata la medaglia d’argento nei 70 […]

Pubblicato da AC il 1 Mar 2015 in Monza

Segnali di ripresa per gli azzurri? Da Praga forse, dall’Italia “home-made”: quella “fatta in casa”.

Ci hanno pensato infatti Giulia Cantoni e Valentina Giorgis a colorare d’azzurro il week-end mittleuropeo di Varsavia e Praga e con loro Maria Centracchio, Anna Righetti, Metteo Piras e Antonio Esposito.

Giulia si è aggiudicata la medaglia d’argento nei 70 kg, superando l’azera Mirzazada, la Cinese di Taipei Shang, la govane croata Brolih e l’esperta carioca Barbara Timo prima di imbattersi nella francese Fanny-Estelle Posvite, ingaggiando un combattuta finale andata alla francese grazie ad un vantaggio di waza-ari.

Bronzo invece per Valentina Giorgis, approdata con successo nei 57 kg, dove ha regolato la tedesca Kaiser e la russa Konkina prima di cedere il passo alla Sud-Koreana Kim Jan-Di; ritrovata la strada dellla vittoria ai recuperi con la cinese Zhou, la torinese si è quindi imposta sulla tedesca Johanna Mueller nella finale per il terzo Posto.

Ai piedi del podio nella stessa categoria, Maria Centracchio che conquista il suo secondo quinto posto in una continental open alla terza gara a punteggio: la molisana si è infatti destreggiata alla grande tra le più esperte colleghe imponendosi sulla kazaka Kubasheva e sull’ucraina Skora prima di essere fermata dall’ostica bulgara Ivelina Ilieva; superato il recupero con la compagna Anna Righetti, per Maria sono state fatali due sanzioni con la koreana Kim Jan-Di che le ha strappato di misura la medaglia di bronzo.

Settime piazze per Anna Righetti a Varsavia e sul fronte ceco per Matteo Piras e per Antonio Esposito che nel suo secondo Open alza la testa arrivando in zona punti.

Uno squarcio nel cielo non proprio azzurro del judo italiano? Forse, ma non basta.

Vero è che dopo questo fine settimana, il medagliere azzurro dei primi mesi del 2015 parla di un’Italia home-made: fino ad ora le quattro medaglie conquistate dall’Italia che guarda a Rio (Regis, Piras, Cantoni, Giorgis) fanno parte del giovane gruppo – militare e civile – che ha scelto un club o una squadra per prepararsi ai grandi eventi. Quotando una lettrice – di parte, ma sincera – verrebbe davvero da lanciare un appello: “salvate il soldato Giulia”, il soldato Marco, Andrea, Elio… e tutti gli altri “soldati”, militari e civili, che ogni giorno danno l’anima per realizzare un sogno olimpico, per trovare il riscatto di un’occasione sprecata, per dare un senso al sudore buttato sul tatami. “Salvate” dunque i nostri “soldati” perché il loro futuro non è altro che frutto di scelte e di non-scelte, di responsabilità e di irresponsabilità, di passione e di indifferenza, di chi programma, di chi sceglie, di chi decide. Era così ieri, quando l’inattesa medaglia di Rosalba Forciniti, qualificata a Londra 2012 in extremis, mise una pezza alle falle del sistema-judo italiano ormai obsoleto; è così oggi che il sistema non è di gran lunga cambiato.

Soluzioni? Condividere obiettivi e risorse, alimentare la competizione interna tra professionisti e squadre, assumersi una volta per tutte la responsabilità degli atleti in quanto persone che hanno diritto di essere preparate al meglio e da chi dà loro fiducia e competenza, di concorrere per gli obiettivi più alti, di realizzare il sogno che avevano nel cuore quando hanno scelto di trasformare uno sport nella loro vita.

 

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