Intervista pre-mondiale a Giovanni Di Cristo
21/08/2011 Giovanni Di Cristo, 25 anni compiuti il 1° agosto, napoletano, è l’altro atleta italiano nella categoria al limite dei 73 kg ad essere impegnato nei prossimi mondiali di Parigi. Giovanni è entrato in Nazionale quando da cadetto nel 2002 si è affermato nel Campionato Italiano che gli ha concesso di partecipare ai Campionati Europei di classe […]
21/08/2011 Giovanni Di Cristo, 25 anni compiuti il 1° agosto, napoletano, è l’altro atleta italiano nella categoria al limite dei 73 kg ad essere impegnato nei prossimi mondiali di Parigi. Giovanni è entrato in Nazionale quando da cadetto nel 2002 si è affermato nel Campionato Italiano che gli ha concesso di partecipare ai Campionati Europei di classe a Gyor, in Ungheria. Da allora il suo costante impegno è stato premiato quando nel 2007, a distanza di un mese dalla vittoria degli Assoluti, ha dominato il Campionato Europeo Under 23. Nella stessa competizione, l’anno successivo si è dovuto accontentare del secondo posto. Nel 2009 ha vinto i Giochi del Mediterraneo a Pascara. Di recente ha conquistato la medaglia di bronzo nella Coppa del Mondo di Tallin. Sbirciamo nella vita di Giovanni, un ragazzo romantico e determinato.
Non hai potuto partecipare ai Mondiali Militari per un infortunio. Cosa è accaduto?
Ho subito una frattura alla costola sinistra con stiramento del muscolo lombare, che mi ha lasciato 40 giorni a riposo forzato proprio in procinto dei mondiali militari. Ci sono rimasto male, sia perché avrei tanto voluto partecipare ai Giochi Militari, sia perché avrei testato la mia preparazione prima di affrontare l’altro mondiale, quello più importante. Alla fine, d’accordo con i tecnici, è stato deciso che era giusto recuperare e mettere da parte tutte le energie fisiche e mentali in procinto della preparazione per Parigi.
Quanto quest’ennesimo infortunio ha inciso sul tuo morale?
Ormai mi sono quasi abituato…
Scherzi a parte, nel nostro sport col morale bisogna “lavorarci” continuamente, non solo quando si subisce un infortunio, ma anche quando si affronta un periodo non proprio fortunato, quando le competizioni non vanno come si vorrebbe, quando in allenamento non si riesce a performare al top. Credo che la preparazione mentale sia importate anche più di quella fisica. Ci ho lavorato molto e dovrò lavorarci ancora, ma per il prossimo mondiale mi sento in forma. Non ho obiettivi di risultato, mi piacerebbe solo riuscire a fare dei bell’incontri.
A giugno ti abbiamo visto sul podio alla coppa del mondo di Tallin. Riuscirai a ritrovare la forma ottimale per Parigi?
Cerco di arrivare in forma in ogni gara, a volte ci riesco meglio altre peggio, ma non sempre si vince quando si è al top. Qualche mese prima di Tallin un ennesimo infortunio alla caviglia mi aveva costretto a uno stop di un mese, non ero certamente in forma, eppure la gara non è andata così male. Ripeto: ritengo che la forza principale venga dalla testa, più che dalla forma fisica.
Come ti approccerai all’appuntamento parigino in questi ultimi giorni antecedenti la gara?
Un mondiale è sempre un mondiale, inutile negare che la tensione durante tutta la preparazione antecedente alla gara è diversa dalle altre, ma io sono abbastanza tranquillo, mi concentro sugli allenamenti e soprattutto a perdere peso nel miglior modo possibile, visto che uno dei miei talloni d’Achille. Alla gara ci penserò il giorno stesso e quello prima, come da routine.
Come si svolge la tua giornata, quanto tempo dedichi al judo e quanto ad altri interessi?
Ormai sono più di tre anni che ho cambiato vita trasferendomi a Roma nella caserma delle Fiamme Gialle. Il judo è diventato il mio lavoro e le ore che dedico agli allenamenti sono aumentate. Mi reputo una persona fortunata dato che coltivo la passione della mia vita! Oltre al judo, mi piace tanto ascoltare la musica, concentrarmi sui testi delle canzoni, cui do una grande importanza. Lo faccio soprattutto quando voglio stare un po’ da solo…
Amo molto andare a pesca, in realtà non riuscirei proprio a vivere lontano dal mare, e poi mi piace andare il cinema e uscire con gli amici.
Quando dici che ti reputi un ragazzo fortunato perché coltivi la passione della tua vita, mi viene in mente la protesta che in questi giorni stanno facendo i calciatori per avere un nuovo contratto. Cosa ne pensi?
Penso che molti calciatori non abbiano un contatto diretto con la realtà: molte famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese e soprattutto in questi giorni, il tema dei tagli è molto attuale. Per la crisi che stiamo vivendo c’è molta allerta… forse non se ne sono accorti! Penso anche che molti calciatori pratichino il calcio solo per interesse, dimenticando cosa sia la passione. Mi pare di aver letto che ci sono più di 800 calciatori che percepiscono uno stipendio al di sopra del milione di euro. Penso che hanno proprio una bella faccia tosta a non capire quanto sono fortunati. Spero vi siano delle eccezioni.
C’è qualche avversario che temi più di altri?
Di avversari ce ne sono tanti, troppi per fare un solo nome o due, soprattutto quest’anno dove quasi tutte le Nazioni o almeno principalmente quelle più forti schiereranno due atleti per categoria. Però se devo dire la verità non temo nessuno, ho rispetto per ogni avversario e sono consapevole di quanto siano forti, ma una volta sul tatami partiamo alla pari, può succedere di tutto!
Quanto è importante per te allenarti con degli amici oltre che con dei semplici compagni di allenamento?
Avere delle persone fidate su cui contare è importantissimo e non solo negli allenamenti ma soprattutto al di fuori, persone che credono in te e che ti incitano a non mollare, a perseverare e a superare ogni ostacolo. Ho la fortuna di avere una famiglia che mi sta molto vicino, il mio primo allenatore, Sandro Piccirillo, è sempre presente e poi ho una ragazza e degli amici su cui posso contare in ogni momento. Mi hanno insegnato che sul tatami bisogna sgomberare la mente e pensare solo agli allenamenti, ma non sarei mai riuscito in questo intento, se non avessi queste persone al mio fianco.
Sei una persona scaramantica? Hai dei riti che ripeti ad ogni competizione?
Qualche rito ce l’ho, ma non posso svelarli altrimenti non funzionano più!
Italiajudo sarà ai Mondiali a tifare per te e per tutto il team azzurro. Pensi che possa essere motivante per te avere un tifo che ti supporti?
Certo! In un palazzetto dello sport così dispersivo come quello di Bercy è importante avere più tifo possibile. Potreste essere anche un ottimo punto di riferimento per “esultare” verso gli spalti (con i dovuti riti scaramantici).
Hai un sogno da realizzare nella vita?
Come dice la favola di cenerentola “i sogni son desideri, di felicità”, magari basta volerli più di ogni altra cosa per far si che diventino realtà… e soprattutto bisogna non svelarli a nessuno!
Grazie e in bocca al lupo!
Grazie a voi.
Crepi il lupo!
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