Intervista a Matteo Medves: un Bis Europeo inaspettato
A distanza di qualche settimana dalla fine dei Campionati Europei di Minsk, Italiajudo ha raggiunto telefonicamente Matteo Medves, vincitore della medaglia d’argento nella cat. -66 kg, che va a bissare quella vinta un anno fa a Tel Aviv.
Vi auguro una buona lettura
A distanza di qualche settimana dalla fine dei Campionati Europei di Minsk, Italiajudo ha raggiunto telefonicamente Matteo Medves, vincitore della medaglia d’argento nella cat. -66 kg, che va a bissare quella vinta un anno fa a Tel Aviv.
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Ciao Matteo, innanzitutto complimenti per la medaglia. Inizio col chiederti un commento sulla gara.
Fondamentalmente sono andato a Minsk senza molte pretese, convinto di potermela giocare, anche se dopo l’Europeo del 2018, l’infortunio e l’operazione non ero più salito sul podio.
Fortunatamente tutto è andato come doveva, ad eccezione della finale, ma sono molto felice e sempre a testa bassa guardo ai prossimi appuntamenti.
Siamo nel pieno della qualificazione olimpica. Ad oggi qual è la tua sensazione per Tokyo 2020?
Sono sincero: non ci voglio pensare! Voglio fare ogni gara al massimo della prestazione e se a Maggio sarà tutto ok andrò a Tokyo, in caso contrario vorrà dire che ci sono state delle pecche da parte mia e penserò a correggere gli errori per il futuro.
Non voglio fare calcoli; affronterò gara per gara e poi tireremo le somme.
Quali sono i prossimi appuntamenti in cui ti vedremo sul tatami?
Sono appena tornato da Budapest, che ha rappresentato più un test-match post Europeo. Non ero sicuro di disputarla, vuoi perché venivo dall’Europeo, dal calo peso.
Il prossimo appuntamento sarà il Mondiale di Tokyo di fine Agosto e per questo, dopo una settimana di pausa, dal 29 saremo in ritiro per preparare la rassegna iridata.
A proposito di Nazionale, come è il rapporto tra di voi ragazzi? In molte categorie siete in 2 a giocarvi la qualificazione.
Il clima è molto bello, siamo tutti molto legati, uniti, ci sproniamo l’un l’altro. Le rivalità ci sono sul tatami come è normale che sia, ma per il resto c’è un bel legame.
In ottica Tokyo 2020, secondo te, quanti azzurri riusciremo a qualificare?
Budapest è stata l’unica gara in cui non abbiamo portato medaglie, ma sono convinto che possiamo portare a Tokyo un atleta per categoria.
Prima di concludere vorrei ringraziare tutti quelli che hanno continuato e continuano a credere in me, la mia famiglia, la mia ragazza, il DLF Yama Arashi Udine e le Fiamme Oro e una menzione a parte a Roberto Meloni che dalla sedia mi aiuta a dare il massimo.
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