Il campionato del Giappone
Il 29 Aprile di ogni anno si svolge a Tokyo, presso il Nippon Budokan (luogo in cui si sono svolte le Olimpiadi del 1964), il campionato del Giappone senza categorie di peso. Per i Giapponesi è la competizione più importante e prestigiosa, supera di molto le Olimpiadi o i Mondiali. Tale data è stata scelta […]
Il 29 Aprile di ogni anno si svolge a Tokyo, presso il Nippon Budokan (luogo in cui si sono svolte le Olimpiadi del 1964), il campionato del Giappone senza categorie di peso. Per i Giapponesi è la competizione più importante e prestigiosa, supera di molto le Olimpiadi o i Mondiali.
Tale data è stata scelta in quanto giorno del compleanno del precedente Imperatore Hiro Hito e non è stata più cambiata. In un ambiente ove la precisione e la puntualità maniacale sono la norma, 36 atleti, provenienti dalle varie regioni, dopo aver superato le selezioni, si ritrovano sul tatami.
In attesa delle ore 11,00, orario di inizio della competizione, due maestri o ex atleti eseguono un kata, quest’anno è stato scelto il Koshiki no kata, ovviamente eseguito alla perfezione.
Quando improvvisamente le luci un po’ soffuse si accendono contemporaneamente invadendo la sala di un bagliore accecante, inizia della presentazione degli atleti. Un enorme tamburo Taiko batte un colpo allo sfilare di ogni singolo atleta che salendo sul tatami va a schierarsi nella sua postazione creando 5 file perfette di fronte alla tribuna d’onore. Il presidente della All Japan judo Federation prende la parola accompagnato da alte autorità che reggono la bandiera dei vari enti.
Al termine della breve cerimonia con le dichiarazioni di rito, ha inizio la gara. I primi due atleti salgono sul tatami mentre i due che seguiranno sono già pronti al bordo del tatami rialzato nelle postazioni loro assegnate. Durante l’incontro non ci sono tecnici o accompagnatori a dare consigli, tutto si svolge con grande tranquillità e compostezza, dagli spalti si leva qualche incitamento, ma, in caso di un buon attacco, questo viene sottolineata da un boato.
Il judo che viene praticato e il classico Giapponese, abbastanza lento nello svolgimento, non frenetico, ma velocissimo al momento dell’attacco, prese classiche, inesistenti tuffi o falsi attacchi, sempre invece la ricerca del contatto. Essendo quasi tutti gli atleti di notevole stazza, quest’anno molti incontri sono finiti all’ Hantei, di tanto in tanto però qualche notevole ippon ha ravvivato la gara altrimenti un po’ noiosa. L’ippon più bello lo ha realizzato Anai in semifinale contro il mastodontico Hishi, cinque secondi ed un tai otoshi a sinistra di rara precisione e velocità l’ha portato dritto in finale ove ha conquistato il titolo al termine di un incontro noioso risoltosi con uno shido in suo favore.
Nel parterre ed in tribuna ho incontrato tantissimi ex campioni che hanno fatto la storia del judo Giapponese e mondiale: Fuji, Sasahara, Endo, Yamashita ed altri, tutti con almeno un titolo di Campione del Mondo o Olimpico.
Gli atleti, il pubblico competente, la precisa organizzazione, gli stands con ogni genere di prodotti inerenti al judo, tutto insomma ha contribuito a creare un ambiente che noi europei neanche possiamo immaginare ma che ogni amante di questa disciplina dovrebbe vivere almeno una volta nella vita. E anche per capire……
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