I moti marziali per un nuovo statuto
Come ogni giovedi’, ormai dal mese di settembre dello scorso anno, i nostri lettori sono ormai abituati a leggere il maestro Silvano Addamiani, VIII Dan di Judo. Quest’oggi il maestro Addamiani ci invita a a riflettere sullo statuto federale e sulla necessita’ di rinnovarlo il prima possibile al fine di ripristinare i principi democratici tra tutti […]
Come ogni giovedi’, ormai dal mese di settembre dello scorso anno, i nostri lettori sono ormai abituati a leggere il maestro Silvano Addamiani, VIII Dan di Judo. Quest’oggi il maestro Addamiani ci invita a a riflettere sullo statuto federale e sulla necessita’ di rinnovarlo il prima possibile al fine di ripristinare i principi democratici tra tutti i tesserati. E voi cosa ne pensate? Buona lettura!
Era più che naturale che dopo un governo forte, durato tanti anni, nella Federazione di arti marziali, si manifestassero segni di libertà di pensiero sul tema judo, con incontri e pubblicazioni varie.
Tutti vogliono dire la loro, in questo momento di nuova legislatura, chi, con avvedutezza e chi a sproposito.
L’avveduto sa che la strada da percorrere, è in salita ed è difficile, perché è sconnessa nelle sue fondamenta statutarie, anche se, apparentemente, è ben lastricata di medaglie olimpiche.
Se il fine giustifica i mezzi diceva qualcuno di macchiavellica memoria, per noi è opinabile il “mezzo” con il quale si poteva, in Federazione, raggiungere uguale risultato.
Quindi, per noi, è stato quello che è stato, ma ora c’è un nuovo corso (sembra) e tutto è in divenire. Anche la muraglia cinese, la più grande opera costruita dall’uomo, era il mezzo eccelso con il quale i cinesi giustificavono la loro opera, ma quanto era costata in termini di vite umane? Valeva un tale sacrificio per lo scopo a cui era stata costruita? Forse che si, forse che no, ecco perchè ancora esiste ed è sempre più vivo, per chi ha il potere, il motto macchiavellico che recita: il fine giustifica i mezzi.
Il popolo delle arti marziali ha corso su questa autostrada costruita brillantemente pensando di arrivare alla meta ma non si è accorto che l’autostrada non aveva paracarri ed era stata costruita da un solo ingegnere. C’era un solo uomo al comando (e non si chiamava Coppi in questo caso) ma Pellicone, gli altri erano solo portatori d’acqua.
Il crudele fato ci ha fatto svegliare improvvisamente, mettendoci davanti alla realtà, i fatti accaduti assumevano un’altra dimensione. Dopo il luttuoso evento, altri sono subentrati, prendendo il testimone e chiedendo formalmente al popolo la volontà di essere al comando.
Le leggi viggenti non davano alternative alle loro proposte.
Ora, ad un anno da quella ultima assemblea federale, il popolo marziale si accorge che al comando non ci sono i leader che aveva immaginato ed allora si agita, scrive, parla, si riunisce alla luce del sole, cerca di proporre una strada per ritornare in sicurezza e serenità.
Diceva il saggio: “al governante ora, dedurre come muoversi”.
L’avveduto sa, queste cose e si comporta conseguentemente, portando delle idee che attenuino le divergenze nel governo, ma contemporaneamente è ben determinato a farle valere nei giusti luoghi.
Gli incendiari, i facinorosi dell’ultima ora, propinano insulsaggini ed offese, beandosi della loro imbecillità e protervia, consci dell’impunità che possono godere, nel momento attuale, dell’anonimato.
Attenzione a costoro che forse, talvolta, ci fanno sorridere, ma non dategli conto, questi sono dei poveri di spirito, essi vogliono perpetrare una instabilità per sguazzarci dentro, perché di fango è lastricata la loro strada.
Il popolo deve riprendersi il suo diritto di decidere di votare e come votare. Quando si manifesta una incapacità di governo quest’ultimo, si deve dimettere e ritornare alle urne.
Fino ad oggi il governo FIJLKAM non ha mantenuto le famose promesse urgenti di riforma statutaria, fatte all’ultimo congresso elettivo del 2013. Più si ritarda l’attuazione di verifica e di cambiamento di queste vitali carte federali e più si stringe il cappio intorno alle società sportive che si vedranno costrette, anche nel prossimo quadriennio, a votare con le stesse regole attuali.
Le leggi umane non sono sempre eterne, chi fa finta di non capirlo è contro il potere democratico, avvalendosene anche, in modo subdolo, per poter governare. Non ci nascondiamo dietro al famoso dito, che in questo particolare caso è il “mignolo” non vi sembra?
Gent.mo M. ADDAMIANI
LA RINGRAZIO PER AVER RIPRESO , NELLE SUE CONSIDERAZIONI SETTIMANALI, IL TEMA DEL RINNOVO DELLO STATUTO DELLA NOSTRA FEDERAZIONE E DELLE PROMESSE MANCATE FATTE DALL’ATTUALE PRESIDENTE FEDERALE DI VOLERLO MODIFICARE E RENDERLO PIU’ATTUALE MODERNO E DEMOCRATICO.
DEVO ALTRESI CONVENIRE CON LEI, CHE NEL NOSTRO AMBIENTE PERMANE ANCORA QUELLA, INCONSCIA, SOTTOMISSIONE CHE RALLENTA IL PROCESSO DEL RAGIONAMENTO ATTO A PRETENDERE, CON DIRITTO, IL DOVUTO RINNOVAMENTO DELLE NOSTRE CARTE E REGOLE FEDERALI.
CON L’AUGURIO CHE LA SENSIBILITA’COMINCI A CONTAGIARE,IN MODO COSTRUTTIVO ANCHE IL NOSTRO MONDO E CHE SERVA, A TUTTI NOI,A NON NASCONDERSI PIU’NEMMENO DIETRO UN DITO ,RINNOVO IL RINGRAZIAMENTO DEL SUO QUALIFICATO CONTRIBUTO E LE INVIO UN CORDIALE SALUTO
GIUSEPPE PORCARI
il dito mignolo mi sembra centrato e coerente con la tradizione Giapponese ( Yakuza) stiamo a vedere…..