Esposito: dopo un mese da campione

“A pensarci mi vengono ancora i brividi…quella mattina ero rilassato ed ero convinto di fare bene: andavo incontro per in contro e mi riusciva tutto quello che facevo.” Antonio Esposito si emoziona ancora ad un mese da quello storico 24 ottobre, la “giornata perfetta” che l’ha incoronato Campione del Mondo della classe under 21, […]
“A pensarci mi vengono ancora i brividi…quella mattina ero rilassato ed ero convinto di fare bene: andavo incontro per in contro e mi riusciva tutto quello che facevo.”
Antonio Esposito si emoziona ancora ad un mese da quello storico 24 ottobre, la “giornata perfetta” che l’ha incoronato Campione del Mondo della classe under 21, il primo campione mondiale della storia del judo italiano.
“Ogni giorno che passa mi rendo conto sempre di più della responsabilità di questo risultato: non me lo aspettavo io, non se lo aspettavano gli altri. D’altra parte il mio primo ‘vero’ titolo italiano è quello dello scorso marzo ad Andria: in questi anni le medaglie me le sono conquistate col sudore ed arrivare a vincere un mondiale in così poco tempo è stato sorprendente anche per me.”
Sorprendente, ma fino ad un certo punto. Antonio ha le idee chiare e il fatto di aver conquistato la vetta mondiale non è un caso: la crescita esponenziale di quest’anno, già evidenziata dalla direzione tecnica in tempi non sospetti, è frutto di un lavoro intenso e di caparbietà da vendere.
“Ad essere sincero nelle mie giornate gira tutto intorno al judo: ci penso pure quando sono nel letto alla sera o quando mi riposo al pomeriggio, cerco di capire come migliorare come battere i miei avversari, come allenarmi sempre meglio…ho tempo quasi solo per allenarmi, uscire con i miei amici è diventata una rarità e quest’anno non ho ripreso la scuola: riprenderò da privatista il prossimo anno perché è fondamentale avere un diploma, soprattutto per il dopo. Si tratta di scelte: come atleti abbiamo una vita breve, per divertirci come gli altri avremo tempo poi.”
Vita “breve” ma ben orientata: Antonio ha le idee chiare ed è consapevole che la strada per raggiungere le mete più ambite non sia affatto semplice.
“L’anno prossimo sarò ancora junior: confermare un risultato di questo valore non sarà facile ma è uno stimolo per continuare a lavorare con determinazione. Da quando ho vinto ho molti più stimoli per andare avanti e sono felicissimo: ho realizzato che le Olimpiadi non sono un miraggio ma un obiettivo concreto. Il prossimo passo sarebbe entrare in un gruppo sportivo: i sacrifici anche economici che la mia famiglia ha sostenuto in questo periodo non sono indifferenti e per continuare è fondamentale avere una certa tranquillità insieme alla possibilità di allenarsi al massimo livello.”
Chi conosce Antonio ne apprezza la freschezza, l’entusiasmo e l’umiltà che fanno di una stella nascente del judo un uomo vero anche fuori dal tatami.
“Quello che ho fatto non è certo soltanto merito mio: ci sono tante persone a cui devo dire grazie. I miei genitori, il maestro Raffaele, i miei compagni: siamo stati un squadra vincente. I miei compagni di allenamento sono stati fondamentali, siamo un bel gruppo ed anche con Enrico e Carmine, che ormai sono nelle Fiamme Oro, l’intesa è perfetta. Almeno un quarto della medaglia dei mondiali è di Raffaele d’Alessandro: quei contraccolpi su uchi-mata sono merito suo e del suo uchi-mata che di giorno in giorno mi ha obbligato a cercare delle soluzioni. Anche Pino è stato importantissimo: mio zio Pasquale è stato il suo sparring partner a Sydney, ė grazie a loro che mi sono avvicinato al judo judo; Pino mi ha visto crescere, è il mio punto di riferimento da sempre anche fuori dal tatami, è a lui che mi ispiro…è un modello, un vero maestro.”
Il mondiale di Lubijana è un ricordo incancellabile ma soprattutto è un punto di partenza: “Un’immagine che non cancellerò mai dalla memoria è quella di mio padre, il mio maestro e Pino emozionati dopo la finale. Quel giorno ho sentito il calore della squadra: siamo un vero gruppo, siamo legati, siamo forti e indipendentemente dai risultati di oggi, tra qualche hanno ci faremo sentire anche tra i senior…il mondiale di Lubijana è stato un punto di partenza, non solo per me, ma per tutti noi.”
Un mondiale vinto: un traguardo ed un punto di partenza, un tesoro ed una responsabilità per Antonio e per tutto il judo italiano. Un messaggio chiaro agli altri “Antonio” che stanno crescendo nelle palestre: “Il mio mondiale dimostra che anche se i risultati non vengono subito l’importante è continuare ad allenarsi forte e con pazienza…la ruota gira e se si lavora bene arriva il momento per tutti.”
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