Efficienza e spettacolarità: Ezio Gamba e il judo di domani

Efficienza e spettacolarità: Ezio Gamba e il judo di domani

Definito lo “Zar del judo” all’indomani dello storico risultato della “sua” Russia ai Giochi di Londra 2012, Ezio Gamba è uno dei protagonisti della crescita del judo mondiale voluta da Marius Vizer: in occasione del Winter Camp di Lignano 2015 lo abbiamo incontrato per capire come il judo stia cambiando.   1. Quali direzioni ha […]

Pubblicato da AC il 3 Mar 2015 in Monza

Definito lo “Zar del judo” all’indomani dello storico risultato della “sua” Russia ai Giochi di Londra 2012, Ezio Gamba è uno dei protagonisti della crescita del judo mondiale voluta da Marius Vizer: in occasione del Winter Camp di Lignano 2015 lo abbiamo incontrato per capire come il judo stia cambiando.

 

1. Quali direzioni ha preso il judo mondiale? Ci indicheresti quali sono i tre punti salienti del judo che si presenta a Rio?

Il judo odierno sta andando sempre più verso una dimensione mediatica: tutti i cambiamenti attuati dal presidente della IJF Marius Vizer sono indirizzati al miglioramento dell’estetica del nostro sport. Efficienza e spettacolarità sono le parole d’ordine che io condivido senza dubbio.

2. Parlando di salute judo in termini di visibilità…siamo “vendibili” in un mercato dello sport in cui vi sono rivali come il calcio?        

Secondo me sì, lo siamo sempre di più e continueremo a migliorare anche in questa direzione: uno sport più comprensibile e un’immagine più ordinata vanno nella direzione di questo risultato.

3. E in Italia? Cosa manca secondo te per uscire dalla nicchia degli sport “minori”? 

Non me la sento di esprimere pareri sull’Italia, ma posso senza dubbio affermare che abbiamo grande capacita e un cuore enorme!

4. Dopo Londra 2012 le regole del judo agonistico hanno subito importanti cambiamenti: oggi non siamo arrivati ad avere regolamenti troppo articolati col rischio che di perda molto in termini di naturalezza, creatività e “agone”?       

Non sono assolutamente d’accordo, il judo oggi e più vicino a quello pensato dal suo creatore Jigoro Эцио ГамбаKano: a mio avviso è diventato molto più estetico e sportivamente più apprezzabile di prima. Oggi il judo è solo per veri judoka: senza un’alta specializzazione è impossibile ricercare un risultato!

5. Il judo è uno dei pochi sport – se non l’unico – in cui si può vincere grazie alle sanzioni. In particolare, nel nuovo regolamento le sanzioni hanno un peso drammatico. Se l’obiettivo del nostro sport è far cadere l’altro, non è anacronistico dar più peso ad una sanzione tecnica o tattica, piuttosto che ad una proiezione in cui uno dei due contendenti cade di pancia o sul sedere? Piuttosto che premiare le sanzioni, non sarebbe più vicino allo spirito del judo premiare i koka e i kinza?      

Ogni volta che arriva una nuova regola gli atleti cercano il sistema di usarla a loro favore e fa parte anche questo della capacità di avere una strategia di combattimento; naturalmente sta a chi fa le regole capire quando e il momento di apportare una nuova modifica: oggi è molto importante un lavoro di squadra tra il presidente mondiale degli arbitri, il direttore sportivo mondiale ed i tecnici che sul campo possono ravvedere la necessità di cambiare.

6. Quando si parla di judo con chi non conosce il nostro sport, spesso ci si rende conto che il sistema di attribuzione dei punteggi ed anche lo score-board siano incomprensibili.  Non sarebbe più semplice adottare un sistema aritmetico (come per esempio avveniva nel vecchio trofeo Oldrini), più comprensibile e di certo più fruibile anche a livello mediatico?               

Tutto si può provare, ma io credo che solo aumentando il numero dei praticanti, aumenteremo il numero dei competenti e degli spettatori.

7. Qualcuno paragona erroneamente l’hansoku-make per presa alle gambe al calcio di rigore calcistico…l’hansoku-make in vero è la fine della partita per quello che può essere classificato come  un “errore tecnico”. Non è eccessivo punire un atleta per un errore tecnico, con la stessa gravità utilizzata nel caso di azioni e comportamenti pericolosi o antisportivi? E ancora, non è una sanzione eccessiva, soprattutto alla luce di un regolamento che non prevede un ripescaggio? Non esistono alternative più sportive?           

Pratichiamo uno sport che ha visto un incremento esponenziale delle adesioni alle competizioni mondiali in tutte le fasce d’età. Nel 2000 esistevano circa 6 competizioni di livello mondiale. Oggi abbiamo 11 Grand Prix, 5 Grand Salm, un Master e un Mondiale all’anno, un campionato continentale e almeno 12 Continental Open: sinceramente non credo che ci sia la necessità di reinserire il ripescaggio in queste competizioni in cui l’affluenza è talmente alta che gli atleti per classificarsi terzi devono sostenere 8 combattimenti. L’ hansoku make in caso di prese alle gambe è stato necessario perché il nostro sport si stava allontanando troppo dalle su origini; va detto che nel 2014 in circa 25000 combattimenti abbiamo avuto solo 50 hansoku make: un numero per me accettabile. Sicuramente nel 2015 saranno di molto inferiori.

8. Da aprile tutti i judoka impegnati nei circuiti internazionali saranno obbligati a cambiare il judogi: sono normali ed utili tutti questi cambi? Pensi che quella introdotta nel 2015 possa essere una soluzione definitiva?       

E’ stata una decisione necessaria: i judogi stavano diventando sempre più piccoli e questo difetto stava confondendo le idee anche nell’analisi del regolamento. Il judogi più grande consente le prese più facilmente, consente spazzi più ampi e quindi possibilità di rotazioni e squilibri che prima erano sempre condizionati dalla continua rottura delle prese. Questo ultimo cambiamento dovrebbe essere il definitivo. Normalmente un atleta usa un judogi per circa un anno, poi a causa dei lavaggi, la taglia subisce cambiamenti che obbligano all’acquisto di uno nuovo. Probabilmente questa ultima regola, del peso più leggero del judogi, a mio avviso potrebbotce essere applicata solo alla fascia olimpica: per tutte le altre classi d’età a mio avviso e sufficiente l’allungamento delle maniche .

9. Un’iniziativa che sta portando ad ottimi risultati riguarda gli  OTC ed i centri olimpici europei: qual è la tua esperienza in merito? 

L’OTC è il progetto che ha più aiutato gli atleti europei a raggiungere il grande risultato di Londra dove l’Europa ha accumulato un bottino di medaglie superiore a quello dell’Asia. E’ un progetto molto intelligente, fortemente voluto dal presidente dell’EJU che ha pensato fosse importante sostenere i migliori atleti europei nella loro corsa olimpica: i migliori sei atleti europei della World Ranking List sono infatti interamente sostenuti dall’EJU in ogni OTC e questo consente un alleggerimento economico alle federazioni di appartenenza e la certezza che in questi raduni siano presenti i migliori.

10. E’ stata creata una “Coaches Commission” in seno all’EJU: di cosa si occupa e come questo gruppo di lavoro può giovare alla crescita del judo?         

Questa è un’altra importantissima iniziativa del presidente Sergey Soloveychik: finalmente i tecnici possono dare il loro contributo tramite il direttore sportivo europeo Alexander Yatzkyevich e il responsabile della commissione Maarten Arens, nel segnalare quelle notizie che necessitano un intervento come una sala riscaldamento non e idonea, o errori arbitrali clamorosi. Finalmente, durante i vari incontri congiunti tra arbitri e tecnici, il confronto è a 360 gradi e i tecnici hanno più volte contribuito alla maggior comprensione di quello che serve al judo mondiale sia nelle scelte tecniche che in quelle organizzative.school

11. Oltre all’aspetto olimpico e mediatico, sembra che il judo mondiale si sta muovendo anche sulla didattica d’insegnamento: è così?  

E’ vero. Esistono diversi progetti di cui il più importante si chiama “judo school”. Anche questo progetto è stato ideato dal presidente Soloveychik con una grande ambizione: proporre il judo ai ministeri dell’istruzione dei paesi europei. In forma sperimentale il progetto è già stato proposto in Spagna, Repubblica Ceca, Russia e Georgia tra le altre; il progetto si rivolge alla fascia scolare, ai bambini di 6/7 anni di età: grazie alle competenze dei 18 esperti europei è stato realizzato un video tecnico diviso in tre lezioni per accompagnare l’insegnante scolastico nel proporre il progetto ai suoi alunni; le priorità sudi questo lavoro sono: il  judo come sicurezza nell’approccio al suolo con l’insegnamento delle cadute, judo come educazione sociale con l’approccio ai valori educativi del judo “jitakyoei , la mutua prosperità”, e judo come educazione motoria, con inserimento di tutte quelle metodiche gioco judo che possono aiutare i giimproveovani a migliorare nel movimento.

12. Il progetto “Judo Expert”: come nasce e perché?

Questo progetto Expert vuole raccogliere le esperienze mondiali, per la formulazione di un approccio alla didattica più adatto ai nostri giorni. Proporre sempre il judo come gioco porta infatti perdere il valore della parte tecnica: il judo e già divertimento nei suoi aspetti motori anche più complessi. La commissione è veramente di altissimo livello ed io sono molto orgoglioso di farne parte.

13. Pensi che sia un modello riproponibile per sviluppare la didattica anche a livello nazionale?

Assolutamente sì. Questo e lo scopo del progetto: fino ad ora abbiamo configurato la didattica nella fascia d’età 6/12 anni con la suddivisione delle tecniche più adatte ad ogni anno di pratica, con le naturali progressioni; gli esperti sono già chiamati dalle federazioni nazionali per divulgare questo nuovo metodo .

14. Chiudiamo l’intervista con tre parole: quali sono i tre ingredienti irrinunciabili per il judo di domani?

Sicurezza per i nostri atleti, chiarezza delle regole e spettacolarità.

 

 

Clicca qui per leggere “How Ezio became Gamba” – L’ésprit du judo

 

 

 


  1. Zanesco Claudio says:

    Non posso astenermi dal commentare i fatti e le opinioni espresse dall’amico e grande Italiano all’estero Ezio Gamba.
    Quello che lui afferma avrà sicuramente i riscontri elencati, ma, noi dobbiamo combattere ogni giorno con la realtà locale (e non intendo lombarda ma nazionale), e questa realtà discosta dal paese roseo e fiorito che ci viene rappresentato, perchè se a livello internazionale vi sono stati 50 hansoku make, a livello regionale e nazionale abbiamo esempi emblematici dove un atleta proiettato volnado tocca con la mano il pantalone dell’avversario e viene squalificato, oppure dove uno tsuri goshi con la mano finita sotto la cintura sono stati sanzionati con H M.
    Non parliamo poi dell’uso delle telecamere, personalmente di fronte alla richiesta di spiegazioni sulla cancellazione di un waza ari ad una finale nazionale, WA dato dall’arbitro centrale e non contestato dall’allenatore avversario ma annullato dal trio alle telecamere, la risposta è stata ” dalle immagini abbiamo intuito che non c’era l’intenzione ” mi sono ritirato perchè dalle immagini , intuito, intenzione, nemmeno Myamoto Musashi nel Go Rin No Sho era arrivato a tanto. Per cui caro Ezio sono contento per il judo ai massimi livelli abbia trovato la sua strada, ma qua in periferia le cose sono abbastanza diverse.
    Ah un’altra cosa, Jigoro Kano ha affermato che il judo è un metodo d’allenamento per creare uomini sani e utili alla società, spero che questo turbinio di tornei non influenzi troppo i fisici degli atleti, che in futuro siano in grado di reggersi in piedi e non consumati talmente da rimanere a carico dei vasi Servizi sanitari nazionali.

  2. Marco says:

    Non posso astenermi, anch’io, dal commentare il commento.
    Certo, Gamba sembra essere inattaccabile.
    Poi arriva la “realtà locale”. Implacabile e frustrante.
    Mi domando però dove sia la contrapposizione tra ciò che afferma Gamba e la realtà locale.
    Il primo, con indubbi risultati, a fronte di richieste espresse di programmazione, ha dovuto emigrare. I risultati gli danno, da sempre, ragione: il problema non era Gamba!
    La seconda, la cosiddetta “realtà locale”, è il vero nemico, comune, del judo.
    Gli arbitri non sanno arbitrare? Fuori dalle gare. Non servono loro e non servono, se sono scusante per non cacciarli, le gare piccole, ed inutili, in cui spadroneggiano. Gare in cui i ragazzi non hanno alcuna possibilità di crescita. Gamba parla di gare internazionali dove, per un terzo posto, si era costretti ad 8 incontri. In 8-10 ore aggiungo io. Quanti dei piccoli e grandi tornei italiani, regionali e nazionali, hanno lo stesso andazzo? e poi, dal lunedì, c’è sempre qualcuno in meno in palestra!!
    Il problema è il distacco di Gamba dalla realtà locale o dirigenti, perennemente incravattati, che mai hanno praticato realmente il judo?
    Gamba, in un altra intervista, racconta di aver incontrato il presidente russo (PUTIN!!) almeno 8 – 10 volte. Il presidente federale italiano 1 volta in 30 anni!!!!
    Sui programmi, grandi e piccoli.
    Ad inizio degli anni 2000 proposi al mio comitato regionale una attività di avviamento allo sport ed al judo nella scuola materna. In molti sogghignavano, pensando non servisse a nulla: non si raccolgono punti così!
    Per 7 lunghi anni ho condotto questa attività, gratificante e bellissima, con bambini di 4-6 anni.
    Non una sola volta il mio comitato mi ha chiesto conto di quanto stavamo facendo. La federazione nazionale, pure informata ed aggiornata con programmi ed attività, non si è mai degnata di esprimere un parere (positivo o negativo)
    Ora, da qualche anno, esiste il progetto scuola. Portato avanti da tecnici, responsabili e referenti regionali, ecc. che spesso oltre che non saper concepire e scrivere una qualunque bozza di programma, non sono neppure in grado di esprimere concetti compiuti in lingua italiana corrente.
    Questa è la nostra grande federazione.
    Gamba ha sacrosante ragioni.
    Forza Gamba!

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