Edwige Gwend a 360 gradi
Edwige Gwend, atleta di origine Africana, in Italia da quando aveva pochi mesi, veste la maglia azzurra da sempre e agli ultimi mondiali ha ottenuto il miglior riusltato italiano: la quinta piazza. Abbiamo cercato di conoscerla a 360° attraverso la sorella Julienne, 4 anni più grande. Al telefono ci risponde una voce identica e con […]
Edwige Gwend, atleta di origine Africana, in Italia da quando aveva pochi mesi, veste la maglia azzurra da sempre e agli ultimi mondiali ha ottenuto il miglior riusltato italiano: la quinta piazza.
Abbiamo cercato di conoscerla a 360° attraverso la sorella Julienne, 4 anni più grande.
Al telefono ci risponde una voce identica e con la stessa cadenza emiliana dell’atleta azzurra, Julienne rassicura: “tranquilla anche mia mamma ci confonde al telefono!”
Ecco cosa ci ha detto: “In famiglia Edwige è l’unica a far judo, non so perché, ha provato una volta ed è stato amore a prima vista. Noi altri fratelli facciamo o abbiamo fatto calcio, io compresa. Infatti, da sportiva quando perde la capisco, ma da sorella maggiore cerco di ricordarle che perdere non è bello ma fa parte del gioco… nei suoi confronti ho un senso di protezione perché e’ la più piccola”.
Abbiamo provato a capire come la famiglia di Edwige la segue in gara: “Quando era a Parma riuscivamo a seguirla di più in gara. Quando è venuta qui con la Nazionale sono andata a trovarla. Ora è più difficile, noi siamo una famiglia molto atipica, siamo in 6 fratelli e una cugina dell’età di Edwige che per noi è come una sorella, in così tanti non è facile seguirla tutti insieme. Mia mamma è andata a Londra, io, invece, spero che si qualifichi alle Olimpiadi così magari vado a vederla a Rio” e poi ancora “io conosco poco di judo, mi faccio spiegare tutto dal suo fidanzato croato, ma che parla molto bene l’italiano, ma nonostnate cio’ ci capisco poco lo stesso!”
Edwige appare molto solare, ma abbiamo chiesto alla sorella Julienne di dirci com’è veramente Edwige in tre aggettivi, e la risposta ha confermato i sospetti: “Mia sorella è allegra, molto divertente e soprattutto è generosa”.
A termine dei campionati del Mondo, abbiamo avvicinato Edwige. Leggiamo le sue parole.
Buona lettura!
Per iniziare, subito una domanda a caldo: quando hai realizzato sul tatami di aver conquistato il quinto posto al mondiale quali sono state le emozioni e i pensieri?
Porca miseria, un’altra medaglia di legno!!
E ora che hai un po’ digerito cio’ che e’ accaduto, cosa pensi?
Porca miseria, un’altra medaglia di legno!!” ahahahaha scherzi a parte… un quinto posto con l’amaro in bocca, tanto amaro, ma con la consapevolezza di non essere inferiore alle mie avversarie e di avere le carte in regola per salire su quello e anche altri podi importanti. Quindi qualcosa di positivo c’è, ma sicuramente non basta.
È da qualche anno che la nazionale italiana non riesce a piazzarsi sul podio di europei e mondiali, secondo te cosa manca?
Non sono la persona giusta a cui chiederlo, ma visto che volete una mia opinione io vi dico che le qualità degli atleti non mancano, ed è anche vero che siamo stati a volte sfortunati, non possiamo però negare che qualche problema ci sia, ed è un problema di “tutti” e non del singolo quindi magari è da rivedere qualcosa a livello generale.
Raccontaci la tua giornata al mondiale, cosa fa un atleta del tuo livello durante una giornata importante come questa? Quali sono i pensieri che passano per la mente?
Sveglia presto per fare colazione, riunione di squadra prima di andare al palazzetto e poi una volta lì un po’ di musica, quattro chiacchiere per controllare la tensione e poi via con il riscaldamento. Cerco di pensare il meno possibile a quello che mi circonda – avversari, tatami affollati, pubblico, aspettative – e provo a mantenere la concentrazione sui combattimenti, incontro per incontro. Inoltre, pensare alle persone che mi sostengono e mi vogliono bene mi da carica e mi tranquillizza.
Come invece vive la tua famiglia le tue giornate di gara? Come definiresti il tuo rapporto con loro?
La mia famiglia non è la classica famiglia che “pressa” dagli spalti o prova a seguirmi da troppo vicino. Di solito seguono l’andamento della gara da casa, anche perché le trasferte sono quasi sempre troppo lontane dall’Italia. Per quanto riguarda in particolare mia mamma, l’agitazione non le permette nemmeno di guardare gli incontri in diretta streaming e si affida al mio ragazzo o a papà, che invece li seguono al computer, per avere notizie. In famiglia siamo tanti, 7 tra fratelli e sorelle, e tranne che per gli appuntamenti importanti come questo, non sempre tutti riescono a liberarsi dagli impegni di lavoro per seguire in diretta le gare, ma a fine giornata mi ritrovo il telefono pieno di chiamate e messaggi da parte di tutti loro.
Come ho detto prima, pensare a loro durante le gare mi da carica e tranquillità, siamo una bella famiglia e anche se non viviamo più tutti sotto lo stesso tetto ognuno di loro è una parte importantissima della mia vita.
Un po’ di tempo fa c’e stato un allenamento della nazionale nel tuo primo club, come è stato tornare nella tua prima palestra?
Casa è sempre casa!! E’ sempre bello tornare e lo è stato ancora di più farlo con le mie compagne di squadra che hanno avuto modo di vedere e conoscere dove sono cresciuta judoisticamente e umanamente. Colgo l’occasione per ringraziare Luigi (Crescini) perché mi accoglie ogni volta a braccia aperte e perchè, pur non seguendomi più in gara, continua a sostenermi e a guidarmi anche da lontano, e insieme a lui tutti i ragazzi del KSDK Parma che non mi fanno mai mancare il loro affetto.
Cosa ne pensi di questa iniziativa di effettuare ritiri della nazionale in città diverse rispetto la solita sede?
Direi che e’ una grande iniziativa! Da’ modo di confrontarsi a ragazzi che non hanno la possibilità di arrivare fino al Centro Olimpico a Ostia e anche noi della squadra riusciamo così a variare i compagni di allenamento, insomma… un’occasione di crescita per tutti!
A Londra eri la più giovane. Ora, nonostante l’età, sei una delle veterane del gruppo: come senti cambiato il tuo ruolo?
Sono l’Edwige di sempre, quella che scherza e ride insieme a tutti gli altri quando è il momento di divertirsi. Però so anche quando è il momento di lavorare a testa bassa e senza risparmiarsi e mi auguro che in questo possa essere di buon esempio per le più giovani. E spero che la mia esperienza sia utile anche a loro.
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