L’altro oro che mancava…dal 2011
Mentre i riflettori del judo italiano erano puntati su Roma e sul ritorno della grande Rosalba Forciniti gli uomini guidati dall’oro olimpico Pino Maddaloni sbancavano Glasgow. Pochi giorni dopo, il rumore dei mondiali junior di Lubijana col “colpaccio” di Antonio Esposito hanno portato di nuovo – e giustamente – altrove l’attenzione del judo azzurro. […]
Mentre i riflettori del judo italiano erano puntati su Roma e sul ritorno della grande Rosalba Forciniti gli uomini guidati dall’oro olimpico Pino Maddaloni sbancavano Glasgow. Pochi giorni dopo, il rumore dei mondiali junior di Lubijana col “colpaccio” di Antonio Esposito hanno portato di nuovo – e giustamente – altrove l’attenzione del judo azzurro.
Esiste un buon motivo per tornare a parlare di quel week-end scozzese.
Benché non fosse uno dei Continental Open più affollati della storia, come d’altronde l’omologo romano nello stesso fine settimana, la qualità dei judoka presenti non ha lasciato certo a desiderare.
Con un oro, due argenti e due bronzi gli azzurri guadagnavano la seconda piazza nel medagliere per nazioni. Furono d’argento Andrea Regis e Giuliano Lo Porchio, di bronzo Massimiliano Carollo e Luca Ardizio, quinto Mimmo Di Guida.
Marco Maddaloni sbaragliando i 73 kg con quattro incontri per un waza ari e tre ippon otteneva un oro tutt’altro che scontato.
Era infatti dal 2011 che un italiano non vinceva una World Cup, che oggi chiamiamo “Continental Open”, almeno tra le categorie maschili; gli ultimi furono Roberto Meloni due ori a Tallin e a Varsavia, Francesco Bruyere oro a Miami e Antonio Ciano oro a San Salvador, allora in corsa per le olimpiadi di Londra.
Tornando alla grande sul tatami, nonostante il successone televisivo, i viaggi per mezza Asia, una dieta a base di tarantole e le lezioni di massaggio delle belle thailandesi, Marco non solo non ha dimenticato la strada del sacrifici e della dedizione, ma si è ritrovato, ricominciando a vincere le medaglie “pesanti” che mancavano da parecchio tempo.
Onore dunque a lui, nonostante il ritardo “giornalistico”, ed ai suoi colleghi che pure i sordina, hanno portato in alto l’Italia in un week-end di grande judo.
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