8 tipi di judoka…
8 tipi di judoka che potreste incontrare in palestra Il Kodokan è una giungla. Vi sono animali di varie specie, alcuni innocui e teneroni, altri temibili predatori. Ecco un vademecum ristretto per mettervi in guardia da alcuni dei più temibili: Il Millantatore. E’ campione italiano, partecipa a gare con la nazionale, ha fatto qualche medaglia […]
8 tipi di judoka che potreste incontrare in palestra
Il Kodokan è una giungla. Vi sono animali di varie specie, alcuni innocui e teneroni, altri temibili predatori. Ecco un vademecum ristretto per mettervi in guardia da alcuni dei più temibili:
Il Millantatore. E’ campione italiano, partecipa a gare con la nazionale, ha fatto qualche medaglia ad europei e mondiali. Questo è quello che dice agli amici. In realtà è una cintura marrone che sta prendendo i punti per il primo dan, o tuttalpiù ha la cintura nera ma il suo record è essere entrato fra i primi sette ad un campionato regionale. Dall’ego smisurato, solitamente l’individuo si aggira per il tatami col judogi sempre composto, anche se, dopo determinati esercizi, sarebbe logico fosse ridotto come una tela di Fontana: strappato e rosso per il sangue delle (maledette) pellicine degli avversari. Se si tratta di un ragazzo, il suo vantarsi è di solito giustificato dalla spasmodica ricerca di una partner su cui far colpo. Se è una ragazza, invece, solitamente lo fa per primeggiare con quelle schizzinose delle sue amiche.
Il Disperato. Detto anche “quello del Ramadan”. Questo atleta mangia come un pazzoide, ingurgitando quantità di cibo che disgusterebbero persino Giuliano Ferrara. Salvo poi ricordarsi, uno o due giorni prima, che ha la gara. Se è un ragazzo si giustifica con l’allenatore sostenendo che “pensava di farcela”. Una ragazza, invece, è fuori peso perchè “ha le sue cose”. Il Disperato smette di mangiare e di bere per tutto l’arco di tempo che lo separa dalla competizione. Solitamente appare come uno spettro che vaga per il tappeto, sia a causa del suo incedere lento, sia per il volto pallido ed emaciato. Salta all’occhio comunque, visto che, nel disperato tentativo di perdere liquidi, ha deciso di indossare un comodo sacco della monnezza. Alle gare è possibile avvistarlo sommerso dai propri compagni. Dopo la competizione ( che spesso perde perchè non si regge in piedi) in dieci minuti riacquista il suo peso naturale, ovvero 10-15 Kg più della categoria in cui ha tirato.
Il Testimone di Geova. Categoria che riguarda sopratutto gli allenatori. Il Testimone di Geova si palesa alle gare o negli allenamenti in cui sono presenti più palestre. Loderà senza ritegno le vostre prestazioni, sostenendo che siete i migliori del mondo e che lui vi farà diventare il nuovo Koga. Se vi sieti bevuti il cervello, finirete nella sua palestra, chiudendo la carriera in un vortice di disperazione. Se lo sfanculerete (cosa che vi invito a fare), vi divertirete alle sue spalle, assieme a decine di altri atleti che ha tentato di abbordare. Chiude la sua palestra nel giro di pochi anni per essersi preoccupato più di inseguire talenti già formati piuttosto che crearne di nuovi.
Il Bipolare. Il talento puro che in palestra tira a chiunque, ma arriva alle gare più timido di una ragazza che si è appena seduta sul divanetto di FakeAgent (*). Vivrà una vita di rimpianti, solitamente addossando le responsabilità all’allenatore che non l’ha capito oppure agli arbitri scandalosi. Neppure sotto tortura ammetterà che le colpe principali sono state le sue seghe mentali.
Il Culturista. Ecco, a lui non frega un beneamato cazzo del judo. Sopratutto ignora completamente il concetto di kuzushi (squilibrio, per quelli che come me odiano i termini tecnici). Lui viene in palestra solo ed esclusivamente per farsi il fisico per l’estate. Se ve lo ritrovate contro in gara, piangerete i primi dieci secondi che vi fa le prese. Poi capirete che si muove peggio del robottino Emiglio (che ricordi…) e passerete al turno dopo senza difficoltà. Sul tatami, solitamente, non lo noterete: è impegnato in sala attrezzi.
Lo Squilibrato. Si muove come Celentano ai bei tempi. Proiettarlo è molto difficile, visto che vi si appiccica addosso come una goleador sul muro. Ha un’innata capacità di cascare di culo, che da quando hanno tolto il Koka è un vantaggio mica da ridere. Le prime volte potrebbe proiettarvi con colpi inventati dal nulla, che neppure lui sa spiegare esattamente da dove vengono. Un trucco se dovete affrontarlo in gara: lo Squilibrato è quello che, durante la lotta sulle prese, si muove sguaiatamente (anche se pensa di avere il gioco di gambe alla Cassius Clay) e rivolge verso di voi il dorso delle mani. Fateci caso.
L’Esiliato. Puzza. Esageratamente. Può essere un bambino dall’alito tremendo, un adolescente con squilibri ormonali, un uomo single. A voi non interessa. Sapete solo che il suo olezzo potrebbe essere usato come arma batteriologica. Sta solo, in un angolo della materassina. Piuttosto che fare lotta a terra con lui preferireste guardare tutta la notte una lotta nel fango fra Flora Dora e Cristiano Malgioglio (e senza riuscire a capire chi dei due è Flora Dora). Ovviamente, ma questo non ci sarebbe bisogno di dirlo, non lava il judogi, che nel frattempo è diventato blu nonostante lo avesse comprato bianco.
Il Mercenario. E’ tesserato per una società, ma non si ricorda quale. Gira tutta Italia per allenarsi al meglio. Ottimo atleta con zero senso d’appartentenenza. Ah, ovviamente non sarebbe da regolamento. Ma questo non diciamo a quelli della federazione, ok?
E voi? Avete da segnalarne altri?
(*) Attenzione. Se non avete riso a questa battuta siete persone innocenti che per nessun motivo al mondo dovranno andare a cercare FakeAgent. Se avete riso, fate schifo.
Visita il blog di Chiorbaciov, autore di satira del celebre Lercio.it
Non ci sono solo otto tipi, di cui stare attenti.
Noi siamo così.
ASCOLTA QUESTA…..
Metafora.
Del giorno.
Non esiste una regola assoluta.
C’era una famosa storiella su un leone che s’imbatte in un gregge e con sua sorpresa trova un leone tra le pecore. Si trattava di un leone cresciuto nel greggio da quando era cucciolo. Belava come una pecora e si muoveva come una pecora. Il leone si diresse dritto verso di lui, e quando il leone- pecora si trovò di fronte il leone vero, si mise a tremare come un fuscello.
Il leone gli disse: >> Cosa fai in mezzo a queste pecore?>>.
Il leone-pecora gli rispose: >> Sono una pecora>>.
E l’altro; >>Oh, no che non lo sei. Adesso vieni con me>>.
Portò il leone-pecora fino a uno specchio d’acqua e disse: >>Guarda!>>.
Quando il leone-pecora vide il proprio riflesso nell’acqua emise un potente ruggito. In quel momento si trasformò, e non fu mai più lo stesso.
Noi siamo, cosi fin quando non scopriamo noi stessi.
Al mattino quando ci svegliamo, dobbimo guardarci allo specchio.
E porci la doamanda?
Chi sono io… cosa voglio io.
Quanti di noi si pongono questa doamanda?
Lascio a voi la risposta.
Felice giornata.
Con i miei compagni di judo abbiamo individuato un’altra simpatica categoria:
Il “vorrei, ma non posso” : colui che dopo un mese di allenamenti ne passa subito dopo 3 per fare riabilitazione.
Questo per chi, nonostante l’età, gli infortuni e gli acciacchi vari, è innamorato del judo e non perde occasione di tornare sul tatami, costi quel che costi.
O il fragile, quello che fa le stesse cose del “vorrei ma non posso…” perchè ha la soglia del dolore di una bambina di due anni 😀
manca cmq la categoria “chi si fa il cul……” sono quegli atleti che non mancano mai ,dopo ogni competizione cmq sia andata sono in palestra a ricominciare o a migliorarsi a seconda dei risultati
che non sentono oppure hanno obbiettivi così forti da bay-passare il dolore e continuano in nome di una passione che non conosce dolore,fatica,delusioni,gioie
solo un AMORE x questo ns pazzo pazzo sport
Grande Gennaro, bellissimo spunto per riflettere sul judo, sulla vita, un po’ su tutto…
I Predestinati:sono coloro i quali,fin da piccoli,nelle movenze e nei colpi sono judoka nati per questo sport,poi magari nel crescere,li perdi per strada..non tutti fortunatamente.
Aggiungerei una nuova categoria: ” I lecchini” sono solitamente cinture nere con tanti dan arrivati non per merito, ma per grazia ricevuta ( senza esami oppure con esami farsa ) avendo utilizzato bene la lingua.
Sul tatami girano guardando dall’alto al basso ma se qualche cintura gialla chiede delle informazioni non rispondono perchè sono troppo importanti.
Con la lingua sanno spiegare in qualche modo tutte le tecniche ma non sanno metterne in pratica neppure una.
Giusto GB.
E’ quella categoria che fa le cadute rialzandosi su un ginocchio. E ne ho visti parecchi.
Il “millantatore” mi ha fatto tornare alla mente un personaggio che ebbi modo di scovare qualche anno fa negli Stati Uniti. Per lavoro mi ero trasferito in Colorado e qui iscritto ad un club. Gli amici locali mi parlarono da subito di un grande campione italiano che dopo aver rappresentato l’Italia alle Olimpiadi di Seoul si era trasferito li e aperto una palestra. Vi lascio immaginare la mia perplessità nel cercare di ricordarlo tra i nostri titolari di allora (Cattedra, Gamba, Fazi, Venturelli). Cercai di rimediare alla mia ignoranza consultando gli archivi FILPJ dell’epoca ma ahimè manco nelle classifiche degli assoluti lo trovai.
Purtroppo non mi concesse mai l’occasione di chiedergli un autografo…
…se definisci timide le ragzze di fakeagent….